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discepoli Gesù

Che fine hanno fatto i discepoli di Gesù dopo la sua morte?

Chissà perché a catechismo queste parti della storia le saltano? Quanti di noi sanno che fine fecero effettivamente i discepoli di Gesù dopo la sua crocifissione, morte e resurrezione? Proviamo a scoprirlo.

I discepoli di Gesù, una vita di martirio (ma non tutti)

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Prima di iniziare a vedere la vita post Gesù degli apostoli, è bene precisare che troverete alcuni nomi provenienti dai primi discepoli di Gesù, i dodici apostoli del Nuovo Testamento. Ma ci saranno anche alcuni nomi insoliti perché, oltre ai discepoli del Nuovo Testamento, in realtà ci sono anche gli apostoli dei Vangeli sinottici e quelli degli Atti degli Apostoli, i cui elenchi variano un po’ a seconda della fonte religiosa scelta.

Senza dimenticare, poi, che nello stesso Nuovo Testamento ci furono diversi uomini che agirono come apostoli, ma senza far parte dei Dodici. Fra di essi figurano, per esempio, Paolo di Tarso e Barnaba. E sì, citeremo anche Maria Maddalena.

Pietro – Da pescatore passò ad apostolo, rinnegatore di Gesù per tre volte e infine divenne un leader della prima chiesa cristiana. Si occupò di fondare comunità a Gerusalemme e Roma, predicando e convertendo. Sfidò Nerone e per questo fu arrestato. Eusebio e Origene sostennero che, quando nel 64-67 d.C. lo condannarono alla crocifissione, chiese di essere appeso a testa in giù in quanto non si considerava degno di morire nella stessa posizione di Gesù.

Mattia – Una volta entrato a far parte degli apostoli, ecco che Mattia scompare dal radar dei documenti biblici. Secondo alcune tradizione, andò a predicare in Giudea ed Etiopia (forse ai cannibali). Altre rivelano che morì tranquillamente a 80 anni, contrapponendosi a quelle che parlano di morte dopo un violento martirio tramite lapidazione e decapitazione. Elena, la madre di Costantino, era convinta di aver trovato le sue reliquie a Gerusalemme. E alcune parti di esse sarebbero poi state trasferite a Santa Maria Maggiore a Roma.

Andrea – Pare che dopo la morte di Gesù andò a predicare in Grecia, convertendo migliaia di persone. Tradizioni locali e gli scritti di Eusebio sostengono che, infine, le autorità romane lo arrestarono, offrendogli salva la vita se avesse rinunciato alla fede. Ovviamente rifiutò e fu crocifisso fra il 60 e il 70 d.C.

Nicodemo – A seguito della morte di Gesù, Nicodemo perse la sua posizione al Sinedrio. Bandito da Gerusalemme (se si dà retta all’omonimo Vangelo apocrifo), andò a stare dal cugino Gamaliele. La tradizione greca ritiene che Pietro e Giovanni lo battezzarono prima del suo martirio, ma c’è anche chi sostiene che morì per cause naturali dopo aver visto la lapidazione di Stefano.

Giacomo il Maggiore – Dopo la morte di Gesù, Giacomo predicò il cristianesimo a Gerusalemme, attirando folle immense. Re Erode Agrippa I, temendo la sua influenza, ne ordinò la decapitazione nel 44 d.C. Fu uno dei primi apostoli a subire il martirio e quello dal ministero più breve.

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Giovanni – A Giovanni andò decisamente meglio rispetto agli altri apostoli. Mentre i suoi compagni finirono sulla croce, lapidati o decapitati, ecco che lui morì a tarda età ad Efeso, intorno al 100 d.C. Trovò il tempo per scrivere il suo Vangelo, tre epistole e l’Apocalisse, scritti durante l’esilio a Patmos. In realtà fu vittima anche lui delle persecuzioni: l’imperatore Domiziano ordinò che fosse bollito nell’olio. Ma in qualche modo sopravvisse, continuano a predicare e fungendo da mentore per i leader cristiani dell’Asia Minore.

Filippo – Per anni Filippo predicò a Gerusalemme, salvo poi decidere di andare in Frigia, in Asia Minore. Qui riuscì a convertire parecchie persone (convertì intere città), fra cui anche la moglie di un potente proconsole romano. I suoi successi fecero però infuriare i sacerdoti pagani locali. Così nell’80 d.C. lo lapidarono e crocifissero a Hierapolis.

Marta e Maria di Betania – Alcune fonti ortodosse orientali sostengono che le due sorelle fuggirono con Lazzaro a Cipro dopo che le persecuzioni contro i Cristiani si intensificarono. Le tradizioni occidentali, invece, sostengono che si rifugiarono vicino a Marsiglia, in Francia. Le leggende parlano di Marta che domava un mostro di nome Tarsqeue prima di fondare un convento a Tarascona (qui sarebbero state conservate le sue reliquie) e che abbia poi vissuto come eremita in una grotta in montagna.

Bartolomeo – Lui andò a predicare in Armenia, riuscendo a convertire anche il fratello del re e diverse famiglie nobili. I sacerdoti pagani, pertanto, ne organizzarono la morte tramite scuoiamento e decapitazione intorno al 70 d.C.

Tommaso – Il discepolo preferì navigare verso l’India. Arrivato a Malabar nel 52 d.C., fondò sette chiese (che esistono ancora oggi). Diverse famiglie di spicco e le caste più elevate si convertirono grazie a lui. Tuttavia non era amato universalmente e i sacerdoti pagani lo uccisero nel 72 d.C. trafiggendolo con lance.

Matteo – Anche se abbandonò il suo ruolo di esattore delle tasse, Matteo decise di unire l’utile al dilettevole. Il che vuol dire che abbinò le sue capacità amministrative alla predicazione del Vangelo. Il suo Vangelo, scritto originariamente in aramaico, è molto dettagliato. L’apostolo si occupò di fondare diverse comunità cristiane in Etiopia. Ma anche lui ebbe a che fare con l’opposizione dei sacerdoti locali, i quali lo uccisero a fil di spada nel 60-70 d.C.

Giovanni Battista – In realtà sappiamo tutti che Giovanni fu decapitato a Macheronte, per richiesta di Salomè. Tuttavia dopo la sua smorte i discepoli ne recuperarono il corpo per seppellirlo. La tradizione vuole che, durante il regno di Giuliano l’Apostata, i pagani ne profanarono la tomba, bruciando anche i resti. Le sue reliquie divennero molto preziose e la sua presunta testa fu reclamata da Costantinopoli, da Roma e anche dalla cattedrale di Amiens.

Giacomo il Minore – Questo Giacomo si recò a predicare in Siria. Attirò seguaci da tutte le classi sociali, organizzandoli in congregazioni capaci di sostenersi a vicenda. Egesippo, però, ci fa sapere che il suo proselitismo allarmò sia le autorità religiose locali che i leader politici. Così nel 62 d.C., una folla lo aggredì a Gerusalemme, lapidandolo o bastonandolo a morte.

Taddeo – Questo apostolo preferì recarsi in Persia, andando a predicare là dove dominava lo Zoroastrismo. In realtà fu ben accetto nei villaggi remoti, ma anche lui fu giustiziato con le frecce nel 65 d.C. dalle autorità religiose locali.

Simone lo Zelota – Lavorò accanto a Taddeo, creando una rete cristiana estesa in tutto l’Iran. Apostolo dalle solide conoscenze politiche, ecco che riuscì a diffondere il messaggio del Cristianesimo destreggiandosi bene nelle complesse strutture sociali dell’epoca. Fonti storiche sostengono che morì intorno al 74 d.C., forse crocifisso, forse segato a metà.

Giuda Iscariota – Sappiamo che era il tesoriere del gruppo di Gesù e che ne gestiva le finanze. Questo almeno fino a quando non lo tradì per trenta denari d’argento. Il Vangelo di Matteo sostiene che si pentì subito del suo gesto. Sopraffatto dal senso di colpa, tentò di restituire il denaro ai sacerdoti del tempio, salvo poi suicidarsi poco dopo l’arresto di Gesù.

Maria Maddalena – Dopo aver assistito alla resurrezione di Gesù, Maria Maddalena divenne una delle sue seguaci più ferventi. Era “l’apostola fra gli apostoli”, in quando fu la prima ad annunciare il ritorno di Gesù. Viaggiò poi tantissimo, predicando in tutta la zona del Mediterraneo. A differenza degli altri apostoli, morì serenamente a Efeso o in Gallia intorno al 60-70 d.C., dopo aver fondato svariate comunità cristiane.

Maria – La madre di Gesù, dopo la sua morte, fu accolta nella casa di Giovanni, su richiesta proprio di Gesù stesso. Guida per i nuovi convertiti, la presenza di Maria rinforzò il neonato cristianesimo. Alcune tradizioni cristiane primitive sostengono che visse a Efeso fino al 50 d.C.

Giuseppe d’Arimatea – Mettendo a rischio la sua posizione sociale (era un membro alquanto benestante del consiglio ebraico), fu lui a reclamare il corpo di Gesù per la sepoltura. Pare che in seguito arrivò fio in Gran Bretagna, dove fondò alcune fra le prime comunità cristiane. Le leggende di Glastonbury sostengono che trascorre sul suolo di Albione gli ultimi anni della sua vita, fino a morire intorno al 70 d.C.

Barnaba – Ricco cipriota, Barnaba decise di vendere le sue terre per sostenere la neonata chiesta cristiana. Inoltre divenne compagno missionario di Paolo. Insieme i due fondarono comunità cristiane in tutta l’Asia Minore, convertendo tantissime persone. Tuttavia la loro collaborazione terminò quando si trovarono in disaccordo in merito alle strategie missionarie da seguire. Secondo quanto riferito dagli Atti di Barnaba e dagli scritti di Tertulliano, anche lui morì martire a Cipro intorno al 61 d.C.

Stefano – Primo diacono, attirò molto seguaci, riorganizzando la chiesa e la sua opera di assistenzialismo. Secondo il Libro degli Atti, fu portato a processo davanti al Sinedrio, il quale ne ordinò la morte per lapidazione nel 34-36 d.C. Fu il primo martire del Cristianesimo.

Giacomo il Giusto – Leader della chiesa di Gerusalemme, divenne molto influente. Questo almeno fino a quando gli oppositori non lo cacciarono dalle mura del tempio, lapidandolo intorno al 62 d.C.

Paolo di Tarso – Sappiamo tutti della conversione di Paolo di Tarso sulla strada di Damasco. Essendo un intellettuale con cittadinanza romana, riuscì a predicare ovunque. Le sue lettere divennero fra le opere più importanti della teologia cristiana. Fondò chiese in Grecia e in Asia Minore. Secondo Eusebio, fu perseguitato da Nerone e poi decapitato a Roma intorno al 64-67 d.C.

Lazzaro – Dopo la sua resurrezione, le storie sono discordi per quanto riguarda cosa ne fu di lui. Alcune sostengono che fu vescovo di Cipro, altri di Marsiglia. Tutti concordano nel dire, però, che visse in pace fino al 60-70 d.C.

Timoteo – Seppur molto giovane, divenne il collaboratore più affidabile di Paolo. Fondò parecchie chiese e divenne il primo vescovo di Efeso. Pare che morì intorno al 97 d.C. durante una festività pagana.

Tito – Convertitosi sotto Paolo, fu un grande mediatore. Risolse diverse controversi a Corinto e Paolo lo nominò primo vescovo di Creta. Secondo Eusebio, morì tranquillamente nel 96-107 d.C.

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Priscilla e Aquila – Questa coppia di coniugi rivoluzionò il sistema dei primi raduni cristiani, aprendo le porte di casa come luogo di incontro. Costruttori di tende, lavorarono accanto a Paolo, viaggiando a Roma, Corinto ed Efeso. Fondarono diverse comunità e pare che subirono il martirio intorno al 70 d.C.

Gamaliele – Fariseo e maestro della legge, uomo noto per la sua saggezza, visse a Gerusalemme. Consigliò al Sinedrio di tollerare gli apostoli. Mentore di Paolo, probabilmente rimase ebreo, anche se alcune tradizioni sostengono che si convertì in segreto. Morì di morte naturale intorno al 50-52 d.C.

Lidia la Mercante – Pare che fu lei a guidare la chiesa di Filippi, grazie anche alla sua rete di contatti commerciali.

Marco – Dopo aver abbandonato il gruppo di missionari di Paolo, Marco divenne a sua volta un leader affidabile, scrivendo il primo Vangelo. Lavorò a stretto contatto con Pietro a Roma e, secondo Eusebio e la tradizione copta, morì intorno al 68 d.C. ad Alessandria, trascinato per le strade dopo essersi opposto alle festività pagane.

Luca – Medico, compilò un resoconto storico dettagliato della vita di Gesù, grazie anche ad alcune interviste con testimoni oculari. Accompagnò anche Paolo in diversi viaggi missionari. Pare che morì nel 74-84 d.C., impiccato per non aver rinunciato alla fede.

Cornelio il Centurione – Fu il primo vescovo di Cesarea Marittima. Dopo essersi convertito, trasformò la sua casa in una chiesa. Alcune tradizioni sostengono che morì serenamente dopo anni di lavoro, altri che fu martirizzato a Scepsi, in Misia (Turchia).