Storia Che Passione
Accadde oggi: 15 agosto

Accadde oggi: 15 agosto

Almanacco del 15 agosto, anno 927: Taranto subisce una devastante incursione da parte dei saraceni guidati dal comandante Sabir. Quanto resta della vecchia città greco-romana va completamente in fumo. Per la Città dei due mari fu un durissimo colpo, dal quale si riprenderà solo gradualmente e nei decenni a venire.

Accadde oggi: 15 agosto

Nel corso del IX e del X secolo, la Puglia e più in generale l’Italia meridionale furono teatro di uno dei fronti più aspri della lunga contesa tra l’Impero romano d’Oriente, che tentava di rinsaldare la sua presa sui territori italiani, e le forze musulmane che, partendo dalla Sicilia e dalle basi costiere del Nord Africa, si spingevano in audaci campagne di saccheggio e conquista. Taranto, proprio per la sua posizione strategica tra Adriatico e Ionio, era una delle città più ambite e più vulnerabili.

Facciamo qualche passo indietro e torniamo all’880. In quell’anno Basilio I, detto il Macedone, strappò il porto di Taranto ai musulmani, i quali avevano tentato di imbastire un emirato sulla falsa riga di quanto accaduto più a nord, sponda adriatica, a Bari. I bizantini avevano ripreso il controllo, imponendo dure misure contro chi si era avvicinato ai costumi islamici. Tuttavia, la città non poté mai davvero godere di una pace duratura. La frontiera fra le terre bizantine e le basi saracene rimaneva abbastanza instabile. I musulmani conservavano solide roccaforti in Sicilia e, grazie a flotte agili e dotate di naviganti esperti, conducevano rapide scorrerie sulla costa pugliese.

15 agosto musulmani e romani

Il 15 agosto 927, giorno dell’Assunzione, la città fu investita da uno degli attacchi più devastanti della sua storia. A guidare la spedizione era un comandante saraceno noto come Sabir, di origine schiavona (cioè slava, secondo dicitura latina), segno dell’eterogeneità dei guerrieri musulmani che componevano le ciurme e le truppe d’assalto. Infatti si trattava di un esercito composto da arabi, berberi, ma anche da rinnegati e mercenari di diversa provenienza, come gli slavi dell’entroterra balcanico.

15 agosto saraceni in armi

Secondo la tradizione, Sabir approdò in prossimità del porto, forse cogliendo di sorpresa la guarnigione bizantina. Questa era ridotta di numero e impreparata a una sortita tanto rapida e brutale. Non si trattò di un semplice saccheggio, per quanto l’aggettivo stoni con il dramma della razzia. No, andò oltre, compiendo un atto di sistematica distruzione. Le poche fonti sopravvissute fino a noi, per lo più in latino, ma anche in lingua greca, ci raccontano l’episodio del 15 agosto 927.

Lo schiavone Sabir se la prese tanto con i tarantini, quanto con le loro abitazioni, i monumenti e gli edifici pubblici dalla valenza storica importantissima. Andarono in frantumi templi, mura, colonne, vecchie fortificazioni. Persino la già malmessa agropoli ne risentì. La resistenza degli abitanti fu vana.

15 agosto Murge pugliesi

La scena che ne seguì fu di desolazione e terrore. I cronisti riferiscono che tutti coloro che non vennero uccisi sul posto furono caricati sulle navi e deportati come schiavi verso l’Africa settentrionale, verosimilmente destinati ai mercati di Tunisi o di Mahdia. È proprio da questo episodio che la memoria collettiva dei tarantini fissò la leggenda delle famiglie nobili che sopravvissero, i Merlato e i Giungato, che si rifugiarono sulle Murge, i rilievi interni che da secoli offrivano riparo alla popolazione in fuga dalle incursioni costiere. Lì i superstiti vissero come profughi per anni, in una condizione di miseria e incertezza. Tornarono solo quando il pericolo poté dirsi diradato.

15 agosto ricostruzione Taranto bizantina

L’assalto del 15 agosto 927 ebbe conseguenze gravissime. Di fatto Taranto cessò di esistere come centro urbano per circa quattro decenni. Gli scali commerciali si spostarono altrove, i pescatori abbandonarono la rada e persino la diocesi dovette sospendere in larga parte la sua attività. Fu solo sotto il basileus Niceforo II Foca, negli anni ’60 del X secolo, che i superstiti e i loro discendenti ottennero da Costantinopoli l’impegno di rifondare la città. I lavori trasformarono per sempre l’aspetto dell’antico insediamento e posero le basi per il Borgo Antico.