Almanacco del 28 giugno, anno 1519: Carlo d’Asburgo viene eletto imperatore del Sacro Romano Impero, assumendo il numerale di Carlo V. Il giovane rampollo di casa d’Asburgo (aveva appena 19 anni!) succede al nonno Massimiliano I, garantendo quindi la continuità della propria dinastia sul trono imperiale. Fu un elezione cruciale per la storia europea, nella quale i candidati si sfidarono all’ultimo… Soldo!

Prima di morire nel gennaio 1519, l’imperatore Massimiliano I aveva lavorato a lungo per garantire che a seguirlo sul trono tedesco fosse il nipote Carlo. A differenza della maggior parte dei regni europei dell’epoca, il Sacro Romano Impero Germanico è una monarchia elettiva. Il sovrano è nominato da un collegio di 7 grandi principi elettori, 4 laici e 3 ecclesiastici: il Re di Boemia, il margravio del Brandeburgo, il conte del Palatinato, il duca di Sassonia e gli arcivescovi di Treviri, Colonia e Magonza.
Nonostante avesse ormai perso il potere che aveva goduto nei secoli precedenti, la corona imperiale è ancora molto ambita dai vari sovrani europei, visto il prestigio ad essa connesso e la considerevole estensione territoriale dell’Impero. Pertanto, ogni sovrano del Vecchio Continente ambiva a porre il diadema imperiale sul proprio capo o su quello dei propri parenti/alleati.

Nel 1519 i candidati al trono imperiale sono tre: il re d’Inghilterra Enrico VIII (quello delle sei mogli), il giovane Carlo e il re di Francia Francesco I. La sfida per il trono, quindi, si trasforma in un dissidio fra le due principali potenze dell’epoca, Francia e Spagna. Carlo è infatti re di Spagna dal 1516, ereditata dalla madre.
Se, quindi, dovesse cingere anche la corona imperiale, i territori da lui posseduti (a cui vanno aggiunti i domini spagnoli in Italia – Napoli, Sicilia e Sardegna – le colonie ispaniche in America e i Paesi Bassi, ereditati dal padre) circonderebbero completamente la Francia.
Francesco I usa tutte le carte a sua disposizione, ma alla fine a spuntarla è Carlo. A convincere gli elettori non è tanto il carisma o la bellezza del giovane Asburgo, ma… il suo denaro. O meglio, quello che si è fatto prestare da una cordata di banchieri, fra i quali spiccano i tedeschi Welser e Fugger. Il nuove imperatore, Carlo V, ha ora nelle sue mani un impero che va dall’Europa al Sudamerica su cui “non tramonta mai il sole”.

Tanta la fortuna di Carlo nell’ereditare un numero così alto di territori, quanta la sfortuna negli eventi che il destino gli riserverà nel corso del suo regno. Oltre le guerre contro i turchi Ottomani e contro la Francia, a Carlo capiterà fra le mani una patata assai bollente: la Riforma Protestante. Dopo il regno dell’imperatore che fu vicinissimo a unire l’intera Europa sotto il suo scettro, nulla sarebbe stato più come prima.