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E' una donna a sedere sul trono papale

È una donna a sedere sul trono papale!

Una donna siede sul trono papale: quella donna è Lucrezia Borgia. La tanto chiacchierata Lucrezia figlia di papa Alessandro VI siede in Vaticano in sua assenza, impartendo istruzioni papali in sua vece. Più abile di molti politici, si avvalse di un ristretto numero di cardinali per reggere le sorti dello Stato della Chiesa lasciato nelle sue mani temporaneamente. Ecco la scena che si dispiega nel dipinto di F. Cadogan Cowper, visibile oggi presso il Tate Gallery di Londra.

E' una donna a sedere sul trono papale

Nel dipinto una quasi eterea Lucrezia si erge al di sopra di un mare di cardinali contriti e stupefatti. Le reazioni dei porporati sono facili da leggere. Altrettanto comprensibile è la loro origine. Una donna osava sedere sul trono di un uomo, quello del papa. Eppure il papa in quel momento altro non era che il padre della fanciulla, e lei si trovava lì per suo ordine.

Persino gli ambasciatori venuti da lontano e riccamente vestiti, si sorprendono di fronte quel gesto; altri invece dimostrano ubbidienza cieca. Quantomeno dimostrano di accettare gli ordini di un papa notoriamente dedito alla politica familista.

trono papale, Lucrezia Borgia ritratto

Il quadro mette in scena il rapporto tra papa Alessandro VI e Lucrezia Borgia traducendolo in immagine. In una cornice di sfarzo assoluto ella siede sul trono papale. Nel corso della sua vita, Lucrezia si era dimostrata abile nel gestire gli incarichi a lei affidati, e questi non erano di poco conto. Per il papa la giovane si era rivelata più preziosa di una semplice pedina atta a suggellare alleanze tramite il matrimonio.

Fedele al suo amato padre, questi la ricompensò con la delega amministrativa di alcuni territori di pertinenza della Chiesa. Nel 1499 Lucrezia finì con il ricoprire la carica di governatrice dei territori di Spoleto e di Foligno. Nel 1501 invece il papa le affidò l’incarico di reggere lo Stato della Chiesa in sua assenza.

trono papale, arrivo a Ferrara

Ella avrebbe dovuto leggere la corrispondenza indirizzata al papa e intervenire anche nelle questioni più urgenti, potendo avvalersi di un ristretto numero di consiglieri. Insomma numerose sono le notizie circa la sua fervente religiosità e per i gusti raffinati, ma di maggior pregio sono quelle che ci informano sul suo talento politico. Preceduta dallo stigma negativo del suo cognome è giusto oggi riconoscere il valore di questa preminente figura durante quello che fu uno dei più tormentati quadri politici di sempre del paese.