Storia Che Passione
Accadde oggi: 16 maggio

Accadde oggi: 16 maggio

Almanacco del 16 maggio, anno 1884: dopo questa data l’Italia non sarà più la stessa. Angelo Moriondo, prolifico inventore nonché abile imprenditore torinese, deposita il brevetto per la moderna macchina da caffè espresso. La quasi totalità di noi, abituali consumatori di caffè, non ha mai sentito nominare questo nome, eppure a lui dobbiamo tanto. Oggi cercherò, nel mio piccolo, di rendere un po’ di giustizia alla memoria di Moriondo – tornata agli onori della cronaca il 16 maggio di tre anni fa grazie ad un doodle di Google a lui appositamente dedicato…

Accadde oggi: 16 maggio

Prima che Angelo Moriondo depositasse il fondamentale brevetto il 16 maggio del 1884, di acqua sotto i ponti ne passò. Angelo nacque nel 1851 quando Torino era la capitale del Regno di Sardegna, e dell’Italia unita, almeno altrove, si parlava a bassa voce per non incappare nella persecuzione. La famiglia Moriondo, manco a dirlo, fondava la sua ragion d’essere sugli affari e sull’imprenditoria alimentare. Il padre di Angelo, assieme ai suoi parenti, fondò la celebre fabbrica di cioccolato Moriondo & Gariglio.

Completati gli studi, Angelo seguì le orme del padre e dei suoi antenati, cimentandosi nel comparato universo alberghiero e della ristorazione. Non un dettaglio fine a se stesso, facile intuirlo, spero.

Nel corso del XIX secolo il caffè stava diventando man mano sempre più popolare. Aiutavano in questo le caffetterie che spuntavano come funghi nei centri cittadini e gli eminenti “caffè letterari” già di moda nel secolo scorso. Tuttavia la preparazione della bevanda era ancora lenta e laboriosa, poiché basata su tecniche quali l’infusione o la percolazione. S’impose perciò la necessità di velocizzare i tempi, aumentare la portata del servizio e, conseguentemente, incrementare i guadagni. Moriondo ragionò esattamente su questa reazione a catena e a forza di spremersi le meningi, partorì un’idea grandiosa.

16 maggio Angelo Moriondo

All’inizio degli anni ’80 dell’Ottocento mise a punto una macchina che, servendosi del vapore e dell’acqua calda a pressione, riusciva a preparare grandi quantità di caffè in tempi relativamente brevi. Non immaginatevi le modernissime macchinette del caffè, per carità, ma comunque era qualcosa di geniale e rivoluzionario per l’epoca. Bisogna specificare come l’invenzione di Moriondo, nel momento in cui fu presentata, era stata pensata per scopi industriali e commerciali, non domestici. In tal senso, era un aggroviglio di ingranaggi, lamine di bronzo e rame, tubi interconnessi, alta circa un metro e frastornante come non si sa cosa.

Quale che fosse l’utilità, limati i dettagli da limare, perfezionati i meccanismi da perfezionare, il 16 maggio 1884 Angelo Moriondo si presentò presso l’Ufficio brevetti del Regno d’Italia e registrò il brevetto n. 33/256. Giusto in tempo per l’Esposizione generale italiana di Torino, andata in scena dal 26 aprile al 17 novembre 1884.

16 maggio Esposizione di Torino del 1884

Il “Nuovo apparecchio a vapore per la confezione economica ed istantanea del caffè in bevanda” (così Moriondo l’aveva battezzata all’ufficio brevetti) impressionò gli osservatori. Curiosa a mio parere è la descrizione di un cronista del tempo, che pubblicò le sue impressioni sul settimanale dell’Esposizione:

«Caffettiera degna d’essere presa in seria considerazione è quella esposta in apposito chiosco vicino all’entrata della Galleria dell’Elettricità dall’inventore signor Moriondo, padrone del Caffè Ligure e da lui tenuta in esercizio. È una curiosissima macchina a spostamento con cui si fanno trecento tazze di caffè a vapore in un’ora (proprio a vapore). Si compone di un cilindro o caldaia verticale che contiene 150 litri d’acqua la quale vien messa in ebollizione da fiammelle di gas sotto il cilindro, e per mezzo del vapore con una complicazione curiosissima di congegni si fanno in pochi minuti 10 tazze di caffè in una volta o, una sola tazza se volete…»

Conclude il relatore: «È la caffettiera portata al suo massimo sviluppo, ridotta quasi ad essere pensante, e se Redi che ce l’aveva contro “l’amaro e rio caffè” tornasse in vita a vedere come il mondo si preoccupi più del caffè che della poesia, più delle caffettiere che dei poeti».

16 maggio

Ora la domanda delle domande, che in minima parte – lo ammetto – mi ha spinto a parlarvi del brevetto del 16 maggio 1884: come mai in pochissimi associano il nome di Moriondo a quello della moderna macchina del caffè espresso? La risposta al quesito esiste, ed è la seguente. L’imprenditore di Torino non commercializzò mai la macchina su scala industriale. Fece costruire solo pochi esemplari, probabilmente per i suoi locali. Inoltre non cercò di creare una catena produttiva né di vendere l’invenzione.

Fu solo nella prima decade del nuovo secolo che l’industria iniziò a produrre in serie macchine del caffè. In questo furono d’eccezionale bravura gli imprenditori Luigi Bezzera e Desiderio Pavoni. Il primato tuttavia appartiene ad un sabaudo di nome Angelo e di cognome Moriondo. Rendiamo (anche) grazie a lui se le nostre giornate hanno un sapore diverso, letteralmente.