Favorita del re Luigi XV di Francia, mecenate delle belle arti (anche se non ai livelli di Madame de Pompadour) e fastidioso sassolino nella scarpa per Maria Antonietta: oggi parliamo di lei, di Madame du Barry, all’anagrafe Jeanne Bécu de Cantigny o Jeanne Gomard de Vaubernier, poi Marie-Jeanne Bécu, contessa du Barry, ma per tutti Madame du Barry. Scendendo più nel dettaglio, andremo a vedere che fine fece.
Come morì Madame du Barry?

Antiche reminiscenze dai banchi di scuola, ma più probabilmente la fortuita visione di Lady Oscar, ci riportano alla memoria la figura della du Barry, l’amante favorita del re Luigi XV di Francia. Il problema, però, è che mentre tutti si ricordano del fatto che fosse di umili origini (il bisnonno era un rosticciere, il nonno un commerciante di vino che si fece strada grazie al fatto di essere uno degli uomini più belli di Parigi, mentre il padre rimane di origine sconosciuta; secondo alcune fonti, la madre, Anne Bécu, ebbe una figlia da un monaco francescano, mentre altri sostengono che la du Barry fosse figlia di un ricco finanziere), che divenne l’amante del re, che adorava la bella vita e le belle arti e che Maria Antonietta non la sopportava, ecco che nessuno si rammenta mai di cosa ne fu di lei dopo la morte del sovrano.
Diventata celebre nei salotti parigini in virtù della sua bellezza, divenne l’amante prima del gentiluomo du Barry- Ceres, poi del maresciallo di Richeliu. Pare che fu proprio costui a presentarla al re Luigi XV.
Il resto è storia: il re stregato dalla du Barry, se ne innamorò perdutamente. Anche perché era un periodo particolare per lui. Di recente, infatti, la sua famiglia aveva subito diversi lutti: era morta la figlia Luisa Elisabetta di Borbone-Francia, duchessa di Parma, poi il nipote maggiore Luigi di Francia e la nipote Isabella di Borbone-Parma. Inoltre subito dopo morì anche la sua precedente amante, da lui molto amata, Madame de Pompadour, seguita dal genero Filippo I di Parma, dal figlio ed erede Luigi Ferdinando di Borbone-Francia, dalla nuora Maria Giuseppina di Sassonia e dalla moglie, Maria Leszczynska.
In questa ecatombe generale della famiglia reale di Francia, poi, si insinuò anche la rinuncia ai progetti di matrimonio con l’arciduchessa Maria Elisabetta d’Asburgo-Lorena, la sorella maggiore di Maria Antonietta, sfigurata dal vaiolo.
Il re, dunque, era assai libero e disponibile all’epoca. Così prese Madame du Barry come amante. Ma non prima di averla fatta sposare con Guillaume du Barry, fratello minore di Jean-Baptiste du Barry. Quest’ultimo non aveva potuto sposare la du Barry a causa del fatto che era già sposato. Solo che non poteva presentare a corte l’amante senza che quest’ultima fosse sposata (l’etichetta di corte era molto precisa, in tal senso: essere sposata e diventare l’amante del re, semaforo verde, no problem. Essere amante del re, ma senza essere sposta, nein, nein, nein: semaforo rosso, manco a corte potevano presentarti).

Così la du Barry divenne la cognata del suo precedente amante, prendendone poi anche il nome. Ovviamente il marito fu prontamente spedito in campagna e Madame du Barry poté iniziare la sua ascesa nella corte francese. Pare che la du Barry, a differenza della Pompadour, cercasse di andare d’accordo con tutti, non essendo molto interessata agli affari e alla politica.
Tuttavia molte donne di corte non la sopportavano. E fra di esse anche Maria Antonietta. Probabilmente influenzata negativamente nei suoi confronti fin ancora prima di arrivare a Versailles, ecco che la Delfina di Francia si comportava in maniera sprezzante nei suoi confronti. Sobillata dalle figlie superstiti di Luigi XV, che malvedevano la favorita, ecco che pare che sia vera la storia secondo la quale Maria Antonietta si rifiutò di parlarle per prima, ben sapendo che la du Barry non avrebbe potuto rivolgerle per prima la parola per questione di rango.
Solamente istigata dalla madre, l’imperatrice d’Austria, Maria Antonietta si decise a parlare per prima alla du Barry, per evitare tensioni col re (il quale si trovava in mezzo alla disputa fra le due donne più importanti di Francia, cosa che, probabilmente, gli causava un certo stress). Maria Antonietta, un giorno, le disse solamente “Ci sono molte persone oggi a Versailles”. E pare che dopo di allora non le parlò più.
Finché Luigi XV fu in vita, Madame du Barry ebbe pieni poteri nella corte reale, tanto da essere considerata la compagna reale ufficiale del sovrano e arrivando anche a organizzare il matrimonio fra il Conte di Provenza, il fratello minore di Luigi XVI e Maria Giuseppina di Savoia.
Ma come sempre capita con le amanti dei re, la sua fortuna cessò da un giorno all’altro quando il sovrano morì. La causa della morte del re fu il vaiolo. Immediatamente dopo la sua dipartita, il nipote e successore, Luigi XVI, molto probabilmente spinto da Maria Antonietta e dalle rancorose zie, subito scrisse una lettera con tanto di sigillo reale contro la du Barry.
Spedirono così la contessa in un convento, confiscandole le sue carte, forse anche per creare una falsa corrispondenza per screditarla. Un anno dopo poté uscire dal convento e comprò una proprietà in campagna. Ma qui si teneva isolata e nel 1776, grazie all’intercessione di vecchi amici a corte, riuscì a ottenere dal re il permesso di tornare nel castello di Louveciennes. Infatti Luigi XV le aveva concesso l’usufrutto del maniero.
Qui ebbe una lunga storia amorosa con Louis Hercule Timoleon de Cossee-Brissac, futuro duca di Cosse-Brissac. E si incontrò anche con Giuseppe II, imperatore del Sacro Romano Impero e fratello di Maria Antonietta. Ovviamente la regina disapprovò fortemente questa frequentazione.

Ma la Rivoluzione Francese era nell’aria. Nel 1789 cercò di aiutare la corte, sostenendo la contro-rivoluzione. Solo che la sua posizione di ex favorita del precedente re ne fece un facile bersaglio. Nel 1791 alcuni ladri di Parigi rubarono i suoi gioielli: vani i tentativi di ritrovarli.
Il duca di Cosse-Brissac, tecnicamente a capo della guardia costituzionale del re, venne imprigionato: le guardie erano sospettate di essere troppo fedeli al re. Nel frattempo arrivò l’assalto al Palazzo delle Tuileries, con l’arresto della famiglia reale nella Torre del Tempio. Intanto alcuni briganti assaltarono il convoglio che trasportava il duca e i suoi compagni a Parigi, passando per Versailles. Il duca fu decapitato e la testa gettata nel salone della contessa du Barry.
La quale, nel frattempo, era andata via dalla Francia per recarsi in Inghilterra, per sicurezza. Salvo tornare in patria dopo la decapitazione del re Luigi XVI. Ma perché era tornata in Francia? Beh, non voleva che le fosse sequestrato il suo castello. Solo che all’epoca, un soggiorno in Inghilterra equivaleva a un’accusa di tradimento e così fu denunciata e arrestata.
Nonostante gli abitanti di Louveciennes si affannassero per farla liberare, firmando anche una petizione, ecco che fu dichiarata nemica della rivoluzione e imprigionata. Portata presso il Tribunale rivoluzionario, fu difesa fra l’altro dallo stesso avvocato di Maria Antonietta (avvocato che o portava una sfortuna cosmica o si era laureato in giurisprudenza per corrispondenza vista la sorte delle sue assistite). Fattore prognostico non molto favorevole visto che il destino di Madame du Barry fu il medesimo della sua storica rivale: ghigliottina.
L’esecuzione avvenne l’8 dicembre 1793. Ma non prima di essere ingannata un’ultima volta dai rivoluzionari. I quali le promisero di avere salva la vita se avesse dato loro tutti i suoi beni. La contessa fece l’inventario di tutte le sue fortune e diede loro ciò che volevano, ma niente la salvò dalla condanna a morte.