Storia Che Passione
Diavolo Lisbona dipinto

Un Diavolo a Lisbona, tra catastrofi naturali e credenze popolari

Uno stampino di un Diavolo risalente al XIV secolo ritrovato a Lisbona ha dato adito a diverse congetture e ipotesi circa tale periodo medievale nella capitale portoghese. Le figure diaboliche e altri simboli apotropaici svolgevano diverse funzioni nella vita quotidiana soprattutto nella sfera dell’interpretazione e delle credenze religiose. Iniziamo dunque la nostra passeggiata nella storia, deviando ogni tanto verso la sfera religiosa e sociale.

Proviamo, prima di ogni cosa, a contestualizzare il lasso di tempo in questione. Il XIV secolo per il Portogallo, e per Lisbona in particolare, non fu un periodo felice. Dal punto di vista bellico si trovò ad affrontare il vicino a potente regno di Castiglia, con l’acme raggiunto nella Battaglia di Alijubarrota, inaspettatamente vinta dai portoghesi, nonostante l’inferiorità numerica non trascurabile.

Il Portogallo è poi una piccola nazione che per vocazione, ed anche un po’ per necessità, fece dell’attività marittima il suo punto di forza. Nei secoli a venire il regno lusitano creò uno dei più grandi imperi coloniali della storia, che ebbe guadagni a dir poco eccezionali. Ma questo è il lato positivo, il lato negativo fu la peste nera, che colpì anche Lisbona negli anni ’40 del XIV secolo.

Altro elemento non trascurabile è che la regione sia ad alto rischio sismico. Non vi sono però prove archeologiche o fonti storiche che riportino di terremoti distruttivi in tale periodo (cosa ben diversa se si prende in considerazione il periodo storico successivo, con il disastro del 1755). Ciò non esclude la possibilità di altri piccoli eventi tellurici meno gravi ma ugualmente allarmanti. Tutti questi elementi facevano crescere la paura e la tensione sociale. E quando cresce la paura aumenta la superstizione.

La figurina del Diavolo ritrovata incisa in un oggetto di forma fallica, risalente al periodo in questione, lega tutte queste dinamiche. Vi erano vari usi che si facevano di tali amuleti: si cercava di riconquistare la fedeltà di un marito amorosamente volubile, si cercava di allontanare mali concreti o presunti o si utilizzavano per i succitati scopi apotropaici.

Per quanto riguarda il ritrovamento in particolare, non si ha ancora certezza sull’uso che se ne fece. Sicuramente rientra nel panorama possibile dei fenomeni descritti, lasciandoci una testimonianza importante: la storia non è solo quella evenemenziale, ma racchiude in sé anche aspetti sociali, personali, superstiziosi e meno legati alla realtà concreta.