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Tatuaggi elaborati trovati su un’antica mummia siberiana

Quella che vedete qui sopra è un’antica mummia siberiana di ghiaccio, risalente a circa 2.500 anni fa. Ammettiamo che, a vederla così, sembrerebbe una mummia come tante altre. Eppure non lo è: le scansioni ad alta risoluzione effettuate, infatti, hanno messo in luce dei tatuaggi elaborati, così belli che anche alcuni tatuatori moderni farebbero difficoltà a riprodurli.

I tatuaggi della mummia siberiana

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Crediti foto: @M. Vavulin / Antiquity Publications

La mummia siberiana delle tombe di ghiaccio dei monti Altai, in Siberia, presenta degli intricati tatuaggi raffiguranti dei leopardi, un cervo e un gallo, nonché una creatura mitologica metà leone e metà aquila. Per cercare di capire come gli antichi tatuatori avessero fatto a decorare così il corpo di questa donna, ecco che gli archeologi hanno collaborato con un tatuatore.

Sappiamo che la mummia apparteneva a una donna di 50 anni, del popolo nomade dei Pazyryk. Costoro cavalcavano e vivevano nelle steppe fra la Cina e l’Europa. Il dottor Gino Caspari del Max Planck Institute of Geoanthropology e dell’Università di Berna, principale autore dello studio pubblicato su Antiquity Publications, ha spiegato che solo le scansioni effettuate hanno permesso di scoprire questi tatuaggi “intricati, nitidi e uniformi”, altrimenti invisibili a occhio nudo.

Grazie alla fotografia digitale a infrarossi del Museo dell’Hermitage di San Pietroburgo, i ricercatori hanno potuto creare per la prima volta delle scansioni ad alta risoluzione di questi tatuaggi.

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Crediti foto: @M. Vavulin / Antiquity Publications

Così, sull’avambraccio destro, è tornato alla luce il tatuaggio di alcuni leopardi che circondavano dei cervi. Anche se, a ben vedere, sembra che ci siano due tigri e un leopardo. Sul braccio sinistro, invece, era presente la figura di un grifone con il corpo di leone e la testa e le ali di aquila, intento a combattere contro un cervo.

Caspari ha spiegato che le scene di battaglia fra animali sono tipiche di questa cultura. Tuttavia la donna aveva anche un insolito tatuaggio sul pollice, che rappresentava un gallo.

Daniel Riday, il tatuatore chiamato in veste di consulente, ha ipotizzato che i due tatuaggi fossero opere di persone diverse. Secondo lui, per creare metà del tatuaggio sul braccio destro ci sono volute quattro ore e mezza, mentre cinque ore per la parte superiore.

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Crediti foto: @D. Riday / Antiquity Publications

Analizzando attentamente i segni sulla pelle della donna, poi, il team ha dedotto che i tatuaggi siano stati eseguiti appoggiando sulla pelle uno stencil prima di procedere col tatuaggio vero e proprio. Probabilmente il tatuatore utilizzava uno strumento aghiforme con minute punte multiple, forse ricavato da corna o ossa di animali. Ma è anche possibile che abbia usato un ago a punta singola.

Per quanto riguarda il pigmento, invece, probabilmente era stato ricavato da fuliggine o da materiali vegetali bruciati. Purtroppo alcuni dei tatuaggi sono rimasti danneggiati durante la preparazione del corpo per la sepoltura. Il che indica che, all’epoca, erano un qualcosa di utile per i vivi, ma che non avevano un ruolo importante nell’aldilà.