Questa scoperta a dir poco rivoluzionari arriva dritta dritta dalla Necropoli di Saqqara. Qui gli archeologi, dietro una rara “falsa porta” di granito rosa, hanno trovato l’eredità perduta e dimenticata di Userefre, un principe d’Egitto figlio del re Userkaf, il primo faraone della V dinastia egizia.
Cosa era nascosto dietro quella falsa porta di granito rosa?

La tomba in questione era caratterizzata da un’enorme falsa porta in granito rosa, la più grande mai scoperta finora in Egitto. Pensate che era alta ben 4,5 metri e larga 1,15 metri. La porta era decorata con alcuni iscrizioni geroglifiche che descrivono tutti i prestigiosi titoli del suo destinatario, il principe Userefre. Fra questi titoli figurano Principe Ereditario, Governatore delle Regioni di Buto e Nekhbet, Scriva Reale, Ministro, Giudice e Sacerdote Cantore.
Le false porte erano una costante nelle antiche usanze funerarie egizie. Solitamente fungevano da portali simboli tramite i quali l’anima dei defunti poteva viaggiare fra il mondo dei vivi e l’aldilà. Solo che, nella maggior parte dei casi, queste false poste erano realizzato con pietra calcarea, materiale che si trovava in abbondanza nella zona.
Per la falsa porta del principe Userefre, invece, si decise di usare il più raro granito rosa. Il che vuol dire che furono impiegati artigiani e risorse non da poco per accompagnare questo principe nel suo eterno riposo.

Infatti il granito rosa arrivava da Assuan, a circa 640 km di distanza a sud da Saqqara. Il che voleva dire che solamente la famiglia reale e l’élite più danarosa potevano permettersi l’uso di questo materiale. Anche l’imponenza della porta è qualcosa di inusuale e indica quanto fosse elevato lo status sociale di Userefre all’interno della gerarchia reale.
Ma anche l’interno della tomba riservava delle sorprese. Infatti conteneva una ricca collezione di manufatti collegati ai faraoni della Terza Dinastia. Al suo interno, per esempio, c’erano statue che raffiguravano il re Djoser, la moglie e le loro dieci figlie. Molto probabilmente queste statue, originariamente, si trovavano vicino alla celebre Piramide a Gradoni di Djoser e solo in seguito furono spostate nella tomba del principe. Il che avvenne, forse, durante il Tardo Periodo, magari durante la XXVI Dinastia (688-525 a.C.).
Lo stesso dottor Zahi Hawass, ex Ministro delle Antichità e responsabile della missione di scavo, ha spiegato che queste sculture della Terza Dinastia sono molto rare.
Sempre nella tomba gli archeologi hanno trovato un tavolo per le offerte in granito rosso, del diametro di 92,5 cm. Su di esso spiccavano iscrizioni che riportavano elenchi di offerte per il principe defunto. Inoltre erano presenti tredici statue in granito rosa sedute su panche dallo schienale alto, accanto a statue in granito nero di epoche diverse. Il che indica che la tomba fu riutilizzata nel corso dei secoli. E questa sappiamo essere una pratica molto comune fra gli antichi Egizi.

Ma chi era Userefre? E perché la famiglia reale dell’epoca gli tributò così tanti onori? Sappiamo che Userefre era il figlio del re Userkaf, il quale regnò più o meno dal 2465 al 1458 a.C. Fu quest’ultimo a fondare la V dinastia. In questo periodo le tombe reali iniziarono a spostarsi da Giza e Saqqara divenne un luogo prestigioso di sepoltura per l’élite.
Probabilmente sapremo qualcosa di più quando la camera funeraria vera e propria di Userefre sarà scoperta. Già, perché finora gli archeologi non hanno ancora individuato dove sia, ma gli scavi proseguono.