Chiacchierando con alcuni amici, è spuntata fuori la seguente domanda: quale può essere il tessuto più raro del mondo, almeno ad oggi? Alla questione è seguita una veloce ricerca, che ci ha soddisfatti a metà. Ok, abbiamo scoperto che è una creazione recente; che ci sono voluti 8 anni di infinito lavoro; più di un milione di ragni hanno partecipato alla formazione della seta per la realizzazione del vestito. Ma i due uomini a capo del folle progetto, lo storico dell’arte inglese Simon Peers e l’americano Nicholas Godley, non hanno propriamente “inventato” il tutto. La storia dietro questa creazione inizia almeno un secolo prima.
Per comprendere cosa si cela dietro la realizzazione del capo esposto nel 2012 a New York, nell’American Museum of Natural History, dobbiamo spostarci nel Madagascar di fine ‘800. Qui, precisamente nella città di Arivonimamo, operò un missionario gesuita francese con la passione per l’aracnologia: tale Paul Camboué.
Padre Camboué, nei momenti in cui non predicava il vangelo, dedicava corpo ed anima allo studio dei ragni e più in generale della fauna isolana. Egli sapeva come fin dall’antichità l’uomo avesse sperimentato la realizzazione di tessuti utilizzando la seta dei ragni. Basti pensare come gli egizi (forse imitando i greci) facessero uso delle ragnatele per tamponare le ferite aperte. Camboué quindi volle realizzare questo suo desiderio. Cercò e trovò nella persona di messier Nogué un socio in affari. Quest’ultimo si rese utile alla causa, dando vita ad un macchinario in grado di inscatolare per un breve periodo dei ragni (nel caso specifico si tratta della specie Nephila inaurata, comunemente noto come ragno dorato dalle zampe rosse).
Da essi avrebbe ricavato della ragnatela, per poi liberarli in natura. Il lavoro dei due francesi fu tale da permettere la realizzazione di diversi arazzi in questo particolarissimo tessuto. Sappiamo come gli arazzi (ed una sciarpa, unico pezzo conservatosi del lavoro) siano stati materiale d’interesse durante l’Esposizione Universale di Parigi del 1898. Il gesuita Paul Camboué, che si spense nel luglio del 1929, ricevette nell’ultima parte della sua vita un considerevole numero di premi e riconoscimenti, perché effettivamente si trattò del primo uomo a tramutare la ragnatela in un vero e proprio tessuto, non uno qualunque, ma il più raro del mondo.
Consapevoli delle qualità di tale materiale (leggerissimo, ultra resistente, elastico), i già citati Peers e Godley hanno imitato il processo produttivo intuito dal missionario francese un secolo prima. Il risultato? La nascita di un vestito in seta di ragno, il più grande esistente nell’intero globo. Sono serviti 8 anni di impegno, perché la macchina estrattiva non sopporta più di 24 ragni alla volta (che pure devono essere catturati…). Più di 300.000£ in investimenti e la collaborazione di un milione di ragni dorati dalle zampe rosse.
Dietro quella domanda improvvisa, sorta tra una battuta e una birra, si nasconde una vicenda plurimillenaria – visto che gli antichi avevano già trovato un utilizzo pratico per la seta di ragno – che un missionario francese ha saputo non solo riscoprire, ma mettere in atto, spianando così la strada, un secolo dopo, a due persone dal fare innovativo per la creazione del tessuto più raro oggi esistente sulla faccia della terra. Ecco cosa è la storia.