L’intelligenza artificiale non ha dubbi: i Rotoli del Mar Morto sono molto più antichi di quanto ipotizzato finora. Solo che non tutti sono proprio concordi con l’IA. Per meglio dire, non tutti concordano col programma Enoch – questo il nome dell’IA che ha esaminato il reperto.
Ma quanto sono vecchi i Rotoli del Mar Morto?

Con il termine di Rotoli del Mar Morto si intendono circa mille antichi manoscritti incisi su papiro, pelle di animali e rame. Questi manoscritti ospitano le prime versioni note di testi della Bibbia ebraica, fra cui figurano libri della Genesi, dell’Esodo, di Isaia, dei Re de del Deuteronomio. Finora si è sempre pensato che risalissero a un lasso di tempo compreso fra il III secolo a.C. e il I secolo d.C.
Tuttavia il programma di IA chiamato Enoch ha contraddetto quanto affermato dagli esperti, sostenendo che il manufatto potrebbe essere un po’ più antico. Trovate lo studio completo pubblicato sulla rivista PLOS One.
Ma cosa sono i Rotoli del Mar Morto? Scoperti nel 1947 da alcuni pastori beduini nelle grotte di Qumram, in Cisgiordania, questi antichi manoscritti contengono un po’ di tutto. Abbiamo documenti legali, calendari, sezioni della Bibbia ebraica e salmi, scritti soprattutto in ebraico, ma anche in greco e aramaico.

La datazione precedente era basata sulla paleografia. Inoltre alcuni rotoli erano stati sottoposti alla datazione al radiocarbonio. Solo che per permetterne una leggibilità migliore, ad un certo punto qualcuno aveva applicato ai manoscritti dell’olio di ricino. Tuttavia l’olio è un contaminante che potrebbe alterare la datazione al radiocarbonio.
Per questo motivo i ricercatori hanno deciso di ripulire 30 campioni di diversi manoscritti, ridatandoli poi col radiocarbonio. Così hanno scoperto che due di questi frammenti erano più recenti di quanto suggerito in precedenza, mentre altri erano più antichi.
Da qui hanno poi creato il modello di intelligenza artificiale per Enoch. Il programma ha fornito un intervallo di date che renderebbe questi manoscritti più antichi di quanto ipotizzato. O forse più giovani di anche un secolo.
Inoltre pare i due diversi stili di scrittura, l’asmonea (il nome deriva dalla dinastia ebraica degli Asmonei) e la erodiana (da re Erode), si siano sovrapposti per un periodo più lungo di quanto ipotizzato.

Tuttavia per alcuni paleografi questi risultati non sono per niente sorprendenti. Una affermazione che di sicuro non è piaciuta è quella secondo la quale Enoch potrebbe studiare “le mani” di chi ha scritto la Bibbia. Questo perché nessuno manoscritto della Bibbia ebraica risale al periodo del Primo Tempio (circa 1200-586 a.C.), quando fu originariamenre composta. Inoltre non ce n’è nessuno che risale ai primi anni del periodo del Secondo Tempio (538 a.C. – 70 d.C.). Quindi si tratta solamente di un’iperbole: l’IA può essere utile, ma fino a un certo punto.