Se siete fan di Bridgerton, probabilmente sarete anche incuriositi dalle vicende storiche di quel periodo. Ricorderete che re Giorgio III aveva sofferto di diversi attacchi di una malattia che lo aveva condotto alla follia. Si era però sempre ripreso e per parecchio tempo non fu necessaria una soluzione al problema. Ma l’attacco del 1810 rese chiaro che la reggenza era necessaria. Così Giorgio, principe di Galles, divenne il nuovo Principe Reggente. Cosa fece? Organizzò un’esagerata e discutibile Grande Festa della Reggenza nel 1811.
La Grande Festa della Reggenza

Appena diventato Reggente, il principe Giorgio (che sarebbe poi diventato re Giorgio IV) organizzò subito una sontuosa Festa della Reggenza. Invitò 2mila persone, ovviamente tutti membri dell’alta società britannica.
La festa si tenne la sera del 19 giugno a Carlton House, l’imponente residenza del Reggente a Pall Mall. Ufficialmente la festa si tenne per due motivi:
- festeggiare il compleanno del re (che cadeva il 4 giugno)
- onorare i membri della famiglia reale francese che vivevano ormai in Inghilterra dopo essere fuggiti alla ghigliottina della Rivoluzione Francese
Col senno di poi, ufficiosamente forse volevano solo far baldoria. Comunque sia, quella sera d’estate orde di carrozze erano ferme in fila lungo Pall Mall e St James, bloccando le strade fino a Bond Street. Gli ospiti erano tutti agghindati a dovere. Questo perché il Reggente aveva chiesto loro di indossare vestiti realizzati da manifatture britanniche. Inoltre alcuni banchieri inglesi avevano prestato agli ospiti dei diamanti con un tasso di interesse dell’11%.
Il Reggente stesso si presentò indossando un’uniforme da feldmaresciallo da lui ideata, corredata di una spada dorata e ingemmata. La sua tunica di velluto rosso era decorata con l’Ordine della Giarrettiera e con una stella tempestata di diamante.
In persona accolse gli ospiti più illustri, come il Conte di Lille (in futuro re Luigi XVIII) e il Conte d’Artois (il futuro Carlo X). E li accolse in una sala decorata con pannelli di seta che raffiguravano il giglio dei Borboni.

Fra gli ospiti c’erano poi 98 conti, 39 visconti, 107 lord e svariati baroni, conti, ammiragli e generali. Tuttavia, in cotale folla, spiccavano alcune assenze di rilievo. La principessa Carolina, la moglie separata del Principe, mancava. Anche perché non era stata invitata. E non c’era neanche la regina Carlotta, la quale, invece, aveva rifiutato l’invito. Non solo: la regina aveva proibito alle figlie di partecipare.
Carlotta, infatti, era ben consapevole del fatto che, al di là delle pretestuose e chiaramente finte motivazioni dietro la festa. La celebrazione fosse in realtà la pubblica ammissione dell’ascesa al potere del figlio. E questa manifestazione di tripudio pubblico era inappropriata viste le condizioni del padre.
Nonostante la famiglia non lo sostenesse, il Principe era deciso a far sì che quella sarebbe stata una serata memorabile. Gli ospiti entrarono a Carlton House dalla Grand Grecian Hall, accompagnati dalla musica delle bande militari. Nel frattempo una falange di Yeomen della Guardia Reale, ovviamente nelle loro tipiche uniformi, fiancheggiò tutto il percorso e uscì nei giardini. Questi ultimi erano poi illuminati da migliaia di luci.
Le danze iniziarono a mezzanotte nella sala da ballo. Furono il Conte Percy e Lady Jane Montague a dare il via al primo ballo. Non mancarono uno spettacolo pirotecnico e poi il pasto, che fu servito alle due e mezza del mattino. Insomma, il Castello delle Cerimonie non si è inventato niente.
Comunque sia, il pasto comprendeva prelibatezze varie, fra cui champagne, vini pregiati, carni arrosto e frutta esotica. Il Principe per l’occasione assunse alcuni fra i migliori cuochi d’Europa, supervisionati dal suo chef principale, Jean-Baptiste Watier. I dolci, invece, furono frutto del lavoro del pasticcere della Duchessa di Dorset, prestato al Principe per l’occasione.
Dentro la Conservatoria Gotica allestirono un tavolo speciale per i 140 amici “intimi” del Principe. Gli altri ospiti, invece, sedevano in stanze limitrofe o nei tendoni allestiti nei giardini. Il tavolo del Principe era lungo quasi 60 metri e occupava tutta la lunghezza della serra. Il Principe sedeva poi a capotavola, su un trono di velluto cremisi bordato d’oro (nel caso qualcuno non si fosse accorto che era lui il Principe Reggente).
60 servitori servirono solamente questo tavolo e fra di essi ne spiccava uno vestito con un’armatura medievale completa (che è noto essere comodissima per il servizio ai tavoli). I commensali mangiarono su un servizio da tavola in oro appositamente commissionato agli orafi reali Rundell, Bridge & Rundell al modico costo di 60mila sterline o più. Questo divenne noto come “Grand Service” e ancora adesso è usato per le cerimonie di stato.
Dalla parte del tavolo dove sedeva il Principe, c’era una fontana in miniatura che si riversava in un canale argentato. In pratica c’era un piccolo fiume che scorreva per tutta la lunghezza del tavolo, corredato da pesci rossi, muschio e fiori. Purtroppo pare che pochi pesci riuscirono a sopravvivere alla serata.
Si narra che la festa fosse costata un’esagerazione, almeno 120mila sterline. Andò avanti fino alle prime ore del mattino e gli ultimi ospiti se ne andarono verso le 6. Tuttavia ci fu uno spiacevole evento post festa.
Sempre per ostentare la sua ascesa al potere, il Reggente decise di aprire Carlton House al pubblico per i tre giorni successivi, in modo che tutti potessero ammirare il palcoscenico di questa festa. Ovviamente queste giornate di apertura erano “solo a pagamento” (in qualche modo doveva rientrare nelle spese). Tuttavia migliaia di curiosi si riversarono a Pall Mall.

L’ultimo giorno di apertura, 30mila persone cercarono di entrare e così il fratello del Principe, il Duca di Clarence, ebbe la sfolgorante idea di salire sul muro del giardino, per cercare, non chiedeteci come, di controllare la situazione. Ovviamente tale maldestra manovra ebbe esiti disastrosi: scoppiò il caos e il tutto si concluse con una fuga durante la quale diversi visitatori furono feriti e calpestati. Molte donne persero le scarpe e ad altre furono strappati i vestii.
Il giorno dopo, fuori dai cancelli di Carlton House, comparve un grande contenitore pieno di scarpe: in questo modo i visitatori potevano provare a recuperare gli oggetti smarriti.
E mentre i giornali descrivevano l’evento come da “Mille e una notte”, c’era anche chi andò oltre i lustrini abbaglianti. L’economia britannica navigava in pessime acque a causa dell’inflazione del tasso di disoccupazione causati dalla guerra. L’eccessiva prodigalità del Principe Reggente era vista come inappropriata a confronto della povertà che dilagava nelle classi inferiori.
Certo, poco prima della festa i tessitori in difficoltà economica avevano chiesto aiuto al governo. E forse ci fu questo dietro alla richiesta del Reggente di indossare abiti britannici. Ma questo non bastò certo a colmare il gap fra gli eccessi della festa e la povertà del resto del paese.
Tuttavia era in stile col carattere del Principe. Da sempre aveva amato gli eccessi, mangiava e beveva senza freni e non cambiò le sue abitudini neanche dopo essere salito al trono. Pochi anni dopo che divenne Giorgio IV, infatti, il Duca di Wellington faceva notare come il re “bevesse alcolici mattina, mezzogiorno e sera… ed era obbligato ad assumere laudano per calmare l’irritazione causata dall’uso di alcolici”.
E sappiamo che il componente principale del laudano è l’oppio, il quale causava una forte dipendenza. Nessuno si stupirà nel sapere che Giorgio IV morì poi nel 1830 all’età di 67 anni a causa della salute rovinata dagli eccessi e dalle dipendenze con cui si rovinò la vita.