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Le ultime scoperte del parco archeologico di Chellah, Marocco

L’INSAP (Institut National des Sciences Archeologiques et du Patrimoine) ha presentato i risultati di un progetto di ricerca avviato nel parco archeologico di Chellah, a tre chilometri dalla capitale Rabat, in Marocco. Divenuto Patrimonio Mondiale UNESCO nel 2012, ha una superficie pari a 5 volte Pompei e conserva in essa anche i resti della romana Sala.

Tra marzo e luglio 2023, un gruppo di ricercatori esperti capeggiato da Abdelaziz El Khayari, ha effettuato indagini geofisiche e scavi nella zona all’esterno della necropoli medievale dei sultani Merinidi. Per maggiore chiarezza, il sito nacque inizialmente come insediamento di fenici e cartaginesi, nei pressi del fiume Bou Regreg. Successivamente rimase in stato di abbandono per molto tempo, per poi divenire necropoli dei sultani della dinastia dei Merinidi. Questa era circondata da una cinta di mura fortificate e vi si accedeva tramite una porta monumentale.

Gli scavi hanno portato alla luce, per la prima volta in Marocco, un importante distretto portuale, databile al I-II secolo d.C. Secondo El Khayary, la scoperta conferma l’importante vocazione commerciale di Sala e ne ridefinisce i confini: ”Ci troviamo di fronte ai resti di una delle maggiori città antiche del Marocco, più vasta della stessa Volubilis. Conoscevamo solo pochi ettari. Ora abbiamo un’intera città romana sotto di noi da indagare, estesa su una superficie di oltre 300 ettari”.

chellah pavimento romano

Inoltre, durante gli scavi gli archeologi hanno scoperto una particolare pavimentazione in pietra calcarea blu. Molto probabilmente, si tratta di resti di una strada pubblica o di una piazza. Insieme a questo anche edifici con elementi architetturali importanti e un altare votivo.

Nel settore chiamato Ain Ajenna, i ricercatori hanno portato alla luce una parte del muro appartenente quasi sicuramente alle cinta difensive della città. Non molto lontano da qui, c’era anche un complesso termale di oltre 2.000 metri quadri.

El Khayari a riguardo spiega: ” Sarebbe il più grande della Mauretania Tingitana, concepito secondo un piano perfettamente simmetrico sul modello delle terme imperiali: due sale, una pavimentata in opus spicatum, un vasto frigidarium con una piscina e due vasche laterali. Dagli elementi in situ abbiamo la certezza che il monumento fosse riccamente decorato da affreschi, pavimenti di marmo e mosaici. ”