Nel corso dei secoli lavori strani sono sorti e sono caduti nel dimenticatoio. Uno di questi è il mangia-peccati (perfetto titolo, fra l’altro, per un romanzo Paranormal Fantasy). Ma chi erano i mangia-peccati? E cosa facevano durante la loro giornata lavorativa?
Il duro lavoro del mangia-peccati

La figura del mangia-peccati era assai in auge durante il XVIII e il XIX secolo. I viventi, nel tentativo di assicurarsi che i defunti riposassero in pace, in vista di un funerale si accaparravano i servizi di un mangia-peccati. Questi Sin Eater erano persone che, pagate appositamente per questo, partecipavano ai funerali in modo da mangiare e bere cibi e bevande che incarnavano i peccati del defunto.
In tal modo il defunto poteva continuare il suo viaggio nell’aldilà senza stare troppo a preoccuparsi dei peccati commessi in vita, visto che qualcuno se li era mangiati al posto suo, neutralizzandoli.
A dire il vero questi mangia-peccati non erano esattamente ben visti. O meglio: erano una necessità per l’epoca, ma nessuno voleva averci troppo a che fare. Questo perché in origine mangiavano il pane e le libagioni posizionati sul cadavere, salvo poi essere cordialmente accompagnati fuori casa.

Visto che il loro compito era quello di assorbire le cattive azioni altrui, dal punto di vista della società erano considerati alla stregua di paria. In fin dei conti su di loro pesavano i peccati anche di interi villaggi. Che l’usanza di mangiare e bere dopo un funerale insieme a parenti e amici del defunto sia una sorta di evoluzione di questa usanza?
La figura del mangia-peccati era comune in Scozia, Irlanda e Galles. Tuttavia anche in altre culture c’erano figure similari. Per esempio nelle civiltà mesoamericane, Tlazolteotl, la dea Azteca dei vizi, della purificazione, della lussuria, del bagni di vapore e della sporcizia, patrona degli adulteri, aveva anche il compito di ascoltare le confessioni di chi era in punto di morte, purificandone l’anima e “mangiandone la sporcizia”.

Secondo quanto spiegato dall’Enciclopedia Britannica, nel 1893 nello Shropshire un’usanza simile prevedeva che una donna versasse un bicchiere di vino per ogni portatore della bara dopo il servizio funebre, porgendoglielo di traverso sulla bara insieme a un “biscotto funebre“.
In Alta Baviera era usanza porre una torta cadaverica sul petto del defunto, facendola mangiare al parente più prossimo. Nella penisola balcanica sono i superstiti della famiglia a mangiare una piccola immagine di pane del defunto, mentre in America, nel XVII secolo, gli olandesi introdussero l’usanza delle torte dei morti, caratterizzate dalle iniziali del defunto e mangiate dai partecipanti ai funerali.




