Tendenzialmente è errato trasporre problemi odierni indietro nel tempo e leggere fenomeni di tempi antichi con le lenti della contemporaneità. Si possono però rintracciare degli importanti fili rossi che collegano eventi e questioni di oggi a cause e prodomi nel passato. Uno di questi lega indissolubilmente la Rivoluzione Russa e la differenza di genere.
![differenza di genere Lenin](https://www.storiachepassione.it/wp-content/uploads/2023/11/la-rivoluzione-russa-e-lannullamento-della-differenza-di-genere.jpg)
Prima della Rivoluzione novecentesca, nella società zarista si riconoscevano tre classi sociali nettamente distinte: servi della gleba (categoria abolita solo nel 1861), borghesi e nobili. All’interno della seconda classe menzionata c’erano ben 16 sottoclassi, ognuna con una propria etica comportamentale e con caratteristiche ben delineate.
Le discriminazioni, sia a livello cetuale che di genere, erano tante e quotidiane. Una grande svolta arrivò, come un vento fresco al mattino, il 25 ottobre 1917. Lenin prese il potere dopo l’assalto a San Pietroburgo ed i bolscevichi ridimensionarono subito la società (oltre alla politica) russa.
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Le donne videro finalmente l’abbattimento delle barriere che le contenevano in risicati spazi, escluse quelle poche appartenenti all’aristocrazia. Il vento del cambiamento continuava a spirare ed una serie di riforme in tale senso cambiarono nettamente in meglio la condizione delle donne. Nacquero inoltre i primi movimenti per i diritti femminili, con una leader autorevole come Aleksandra Mikhajlovna Kollontaj.
Quest’ultima fu Commissario del Popolo per la Sicurezza Sociale e ambasciatrice, divenendo la prima donna a ricoprire tali incarichi. Ma vediamo le varie migliorie apportate: Il Codice del Lavoro del 1918 rendeva pari (anche e soprattutto nelle retribuzioni) uomini e donne e vietava il loro licenziamento in caso di gravidanza. Ogni tre ore le madri con bambini con meno di un anno avevano diritto a mezz’ora di pausa per allattare e far addormentare i loro figli. Avevano inoltre diritto al congedo di maternità. L’unica cosa che non mutò dal precedente sistema era che le donne non poterono ancora ricoprire il turno notturno.
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Sia le pause allattamento che i congedi erano inoltre pagati ugualmente. Sempre più coinvolte nel lavoro, le donne abbandonarono lentamente la vita domestica e ricoprirono ruoli e lavori sempre più diversi. Si tratta di uno dei primi esempi virtuosi di emancipazione femminile all’interno della società, con la disoccupazione, maschile e femminile, vicina in alcuni momenti allo 0%.