Storia Che Passione
La lunga attesa delle querce svedesi di Visingsö

La lunga attesa delle querce svedesi di Visingsö

Siete la Corona svedese e state affrontando il difficoltoso periodo della Restaurazione post-napoleonica. Avete perso la Pomerania, territorio affacciato sulla sponda sud del Baltico che per quasi due secoli è ricaduto sotto la vostra indiscutibile sovranità e che rimpiangete come un figlio partente per chissà quali lidi, data la sua importanza strategico-produttiva. Sì, perché dalla ridente Pomerania traevate la quercia, tanta, tantissima quercia. A cosa serve è presto detto. Nell’Europa del tempo le navi o le costruivi con il legno di quercia o non le costruivi affatto. Così voi giocate d’anticipo e piantate una foresta di 300.000 alberi sull’isola di Visingsö. Lo sapete benissimo che servono circa 150 anni affinché i tronchi raggiungano l’età giusta per essere adeguatamente sfruttati, ma la previdenza non v’appartiene. Si spiega così la “lunga attesa” delle querce di Visingsö, che se ne stanno lì, nella speranza di essere utilizzate, un giorno…

La lunga attesa delle querce svedesi di Visingsö

Questa storia è una chicca a parer mio, poiché unisce due dei fattori che più mi affascinano delle società organizzate e definite secondo un principio di statualità: pianificazione strategica a lungo termine (senza la quale sei uno Stato fallito) e l’obiettiva capacità di saper cogliere, assecondare e magari impegnare a proprio favore le evoluzioni della tecnologia. Se sul primo fattore la Svezia del primo Ottocento sembrò aver avuto un bagliore di lungimiranza, sul secondo, beh, come dire, prese una certa cantonata!

Ok, ma cos’era la Svezia di inizio XIX secolo? Tre parole: potenza in declino. Per noiose concatenazioni finanziarie, durante il Congresso di Vienna, nel 1815, la Pomerania svedese passò in mani prussiane. Il Regno di Svezia perdeva dunque una regione costiera ricca di foreste nell’attuale Germania nord-orientale. Allora lo Stato scandinavo si trovò a dover rivalutare la propria capacità di approvvigionamento strategico, in particolare di legname di quercia, essenziale come detto per la costruzione navale.

Visingsö Pomerania svedese

Piccola digressione tecnica. Chiediamoci: perché proprio la quercia? Ebbene, la quercia era il materiale privilegiato per via della sua resistenza alla compressione, alla flessione e alla putrefazione, nonché per la sua compattezza e longevità. Ogni grande potenza navale – Gran Bretagna, Francia, Spagna e, appunto, la Svezia – cercava di garantirsi riserve di querce ben gestite per assicurare continuità alla propria marina.

In risposta alla perdita delle foreste pomerane, nel 1819 svedese incaricò il maggiore Johan Aron af Borneman, ufficiale militare e forestale, di condurre un censimento delle querce ancora presenti nel territorio svedese. Il suo lavoro fu sistematico e dettagliato. Portò alla consapevolezza che la Svezia non disponeva più di una scorta adeguata di legno pregiato per la futura costruzione navale.

Visingsö Johan Aron af Borneman

Il rapporto Borneman convinse il Riksdag (il parlamento svedese) a prendere provvedimenti, così nel 1831 si istituì una grande piantagione statale di querce. Il parlamento optò per l’isola di Visingsö, situata nel lago Vättern – il secondo lago più grande della Svezia – come luogo in cui dare vita alla futura foresta di querce. Le motivazioni dietro la scelta dell’isola lacustre erano molteplici. Prima di tutto, essa si trovava in una posizione centrale e protetta, lontana da potenziali invasioni straniere. Poi era sufficientemente accessibile per i trasporti fluviali e interni.

Gli svedesi piantarono le querce prima del Natale del 1831. L’obiettivo prestabilito era abbastanza ambizioso. Si cercò di creare una riserva di lungo termine che garantisse la disponibilità di legname adatto alla costruzione delle future navi della marina svedese. Entro la metà del XIX secolo, la Svezia mise a dimora circa 300.000 alberi di quercia. La piantagione, estesa su circa 360 ettari, venne gestita direttamente dallo Stato. È tuttora sotto l’autorità dell’Ente Nazionale Svedese per la Proprietà (Statens fastighetsverk), che amministra il patrimonio immobiliare e naturale dello Stato.

Visingsö isola sud Svezia

Purtroppo per i nostri amici scandinavi, il progresso tecnologico e l’avanzamento delle tecniche cantieristiche cancellò l’essenza stessa del progetto. Le diverse marine d’Europa, così come del mondo, passarono dalla vela al vapore, e dal legno al ferro e poi all’acciaio. Il legno per fini navali divenne obsoleto e l’esigenza di disporne in quantità enormi svanì nel giro di pochi decenni.

Visingsö foresta di querce

Così, quando le querce di Visingsö hanno raggiunto la maturità tra la fine del secolo scorso e l’inizio dell’attuale, Stoccolma non le ha considerate ovviamente più necessarie da abbattere. Qui di seguito riporto un aneddoto di cui purtroppo non riesco a verificare la fonte, ma che ci fa capire bene l’entità della questione. Il ministero della Difesa, a cui spettava in teoria la raccolta del legname, ricevette una notifica nel 1975 da parte dell’agenzia forestale statale, in cui si comunicava che gli alberi erano “pronti per essere abbattuti”. La risposta della marina fu ironica: “Grazie, ma ora costruiamo le navi con l’acciaio”. Sebbene il piano originario non si sia realizzato, la foresta di Visingsö è oggi un patrimonio forestale e ambientale straordinario.