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tomba neolitica immagine

Isole Orcadi, scoperta tomba neolitica contenente 14 scheletri di oltre 5.000 anni fa

L’arcipelago delle Isole Orcadi contiene circa 70 piccole isolette, la più estesa è Mainland, e proprio qui vi porteremo oggi sulle tracce di una grandissima scoperta. Nella cittadina di Holm si trovava infatti un vero e proprio tesoro archeologico: una tomba neolitica di oltre 5.000 anni fa. Questo tumulo ricevette una distruzione parziale nel XIX secolo a causa della costruzione di una fattoria. Oggi però ritorna al suo antico splendore.

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Un team di archeologi, guidato da Hugo Anderson-Perchémark, del National Museums of Scotland, coadiuvato da Vicki Cummings, dell’Università di Cardiff, annuncia l’importantissimo rinvenimento. Dopo tre settimane di scavo (di ben 15 metri di diametro) finalmente apparve loro il tumulo neolitico.

La struttura era dotata di un lungo ingresso. Dei muretti a secco costeggiavano per ben 7 metri il corridoio d’accesso alla tomba. Alla fine dello stesso si trovava la tomba più grande, di forma rettangolare, circondata da altre 6 camere sepolcrali più piccole in dimensioni. Queste ultime un tempo avevano anche dei tetti in pietra a sbalzo.

tomba neolitica ritrovamento

Si trattava dunque di una “tomba a corridoio“, tipica sepoltura locale ritrovabile in molte delle Isole Orcadi. La tomba scoperta aveva però qualcosa di molto differente e peculiare. Al contrario delle altre, visibili ad occhi nudo, questa ricevette un dono particolarmente sgradito: fu rasa al suolo per utilizzarne i materiali per la costruzione di una fattoria, all’incirca tra il XVIII ed il XIX secolo.

Le sventure non si fermarono purtroppo al primo inconveniente. Ciò che restava della sepoltura finì sotto un cumulo di terra per creare un territorio coltivabile per la fattoria in edificazione. Già nel 1896, il figlio del proprietario della fattoria, trovò una mazza, una palla ed 8 scheletri. Nonostante ciò tutto il resto passò in sordina.

tomba neolitica scavi

Ad oggi, nonostante lo scavo di porzioni limitate e le sventure ricevute nel tempo, altri 14 scheletri sono emersi. Di ciò si meraviglia anche Hugo Anderson-Perchémark, sottolineando però l’importanza del grande rinvenimento da lui guidato.