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I 5 libri più strani e misteriosi della storia

Magari perché ne esistono poche copie, forse perché ancora oggi introvabili o del tutto indecifrabili, di libri “particolari” la storia ne è piena. Tuttavia ce ne sono alcuni che spiccano in questa lista, in quanto misteriosi oltre misura. Collezionisti e studiosi bramano, oltre che il loro possesso, anche la loro comprensione (cosa affatto semplice ed immediata). Conosciamo 5 dei compendi più strani e interessanti che la conoscenza umana abbia prodotto.

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Il Manoscritto Voynich – il codice illustrato prende il nome del commerciante polacco Wilfrid Voynich che lo acquistò nel 1912 ed è forse, ad oggi, uno dei misteri più grandi che l’umanità si ritrovi ad affrontare. Scritto attraverso un sistema pressoché indecifrabile e criptico, il codice risale al XV secolo ed è originario del nord Italia. Da secoli decifratori di tutto il mondo tentano invano l’impresa, ma il Manoscritto Voynich non vuole proprio farsi comprendere…

Codice Gigas – cosa succede quando un monaco del XIII secolo vende la propria anima al diavolo? Esce fuori un libro enorme, pesante all’incirca 75 kg, contenente informazioni di carattere teologico, medico, culturale, matematico e chi più ne ha più ne metta. La leggenda dice che il monaco, deciso a raccogliere la conoscenza umana dell’epoca in un solo libro, vendette per l’appunto l’anima al diavolo. Quest’ultimo chiese in cambio di essere rappresentato con un disegno sul libro. Umile.

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Malleus Maleficarum – il più famoso libro sulla stregoneria medievale. Di fatto un manuale su come riconoscere e punire atti di stregoneria. Ovviamente furono due monaci domenicani a scrivere il libro con l’intento di fornire un mezzo infallibile a quella meravigliosa e simpaticissima istituzione chiamata “inquisizione”. Attenzione perché qui c’è la beffa: il manoscritto è del 1486 ma già 4 anni dopo entra nell’Indice dei libri banditi dalla chiesa. Altra piccola curiosità: dopo l’avvento della stampa a caratteri mobili divenne il secondo libro più venduto, dopo la Bibbia.

Codex Seraphinianus – scritto tra il ’76 e il ’78 del secolo scorso dall’architetto nostrano Luigi Serafini. Strano vero? Sebbene il codice, stando alle parole dell’autore, non voglia nascondere significati particolari è impossibile rimanere inermi di fronte a mappe indecifrabili, esempi di flora e fauna dettagliatissimi eppure inesistenti, meccanismi organici assurdi. Serafini voleva solo farci immedesimare in un bambino che apre un libro senza saper leggere e senza poter comprendere le immagini che lo attirano. Ok, tieniti pure i tuoi segreti.

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Codice Copiale – preparatevi perché ciò che leggerete non ha senso: il codice copiale è un manoscritto di fine ‘700 composito di 75.000 caratteri. La chiave per la sua decifrazione (attuata solo ed esclusivamente da un computer) è la sostituzione delle lettere con simboli greci e quella degli spazi con dei caratteri latini. Il contenuto rivela riti e simbologie di una loggia massonica tedesca la quale pretendeva, per entrarvi, l’utilizzo esasperato dell’immaginazione. Meglio non porsi domande.