Nell’Egitto antico, allo stesso modo di tutte le società pre-moderne, sessualità e fertilità erano questioni estremamente serie. Esistevano rituali inerenti la fecondità intrapresi dalle coppie che desideravano con ardore avere dei figli. Ma anche metodi contraccettivi realmente efficaci (seppur con percentuali minori rispetto a quelli odierni) per coloro che i pargoli non li volevano affatto. Tra le mille particolarità finite sotto la lente d’ingrandimento di antichisti ed egittologi spicca il primo test di gravidanza della storia. Tra quelli a noi pervenuti nelle fonti, naturalmente.

I test di gravidanza nell’Antico Egitto sono uno degli esempi più affascinanti di medicina premoderna, in cui osservazione empirica, credenze magico-religiose e pratiche vegetali si intrecciavano. Sorprendentemente, uno dei metodi utilizzati – di cui siamo a conoscenza grazie a diverse scoperte archeologiche – era basato su principi che oggi possiamo considerare, almeno in parte, scientificamente fondati.
Due sono i papiri medici da cui deriva la principale documentazione sui test di gravidanza egizi. Il primo è noto come Papiro Carlsberg (anche se sarebbe più corretto dire “Papiri Carlsberg, visto che si tratta di una collezione), risale al 1500 a.C. ed è una delle più importanti raccolte mediche. Il secondo prende il nome di Papiro Kahun, del 1800 a.C. Anch’esso in realtà è una raccolta di trattati inerenti la matematica, l’amministrazione e la medicina.

Entrambi gli assortimenti contengono istruzioni abbastanza specifiche per accertare una gravidanza, e in alcuni casi anche per determinare il sesso del nascituro. Se volete replicare a casa, assicuratevi di avere un sacco pieno d’orzo e grano, e cosa più importante, una compagna incinta. Impregnate i semi con l’urina della donna: se germoglia l’orzo, è un maschio. Se germoglia il grano, allora sarà una femmina. Al contrario, se non germoglia proprio un bel niente dopo un paio di giorni, beh, cancellate il volo per il Messico.
A parte gli scherzi, questo test di gravidanza sopravvisse nel tempo, diffondendosi in Grecia, nell’Impero romano e persino in alcune aree settentrionali del continente europeo. A riprova della validità della prova, una delle parole che gli antichi Egizi usavano per dire “orzo” era sinonimo di “padre”.

Inizialmente si è alluso alla scienza supportata da dati empirici. Non scherzavo mica. Studi condotti nel XX secolo hanno confermato che gli ormoni presenti nelle urine delle donne in gravidanza possono effettivamente stimolare la germinazione dei semi in specifici contesti.
Gli scienziati hanno valutato il tasso di accuratezza per il rilevamento della gravidanza tra il 70% e l’85%. Niente male, vero? Ciò che invece era frutto di pure congetture tradizionali riguardava l’indicazione del sesso. Ribadiamolo però: la parte sulla germinazione ha un fondamento fisiologico reale. Gli Egizi la sapevano lunga, sempre pensato.