Jason Boroughs, archeologo professionista che da anni si destreggia assiduamente tra gli innumerevoli scavi nella casa di George Washington (Mount Vernon, Virginia), ha definito l’ultimo ritrovamento in ordine di tempo una “scoperta fuori dagli schemi”. L’uomo non ha tutti i torti, perché la notizia del rinvenimento di due bottiglie sotto la terra indurita dell’autorevole seminterrato ha presto fatto il giro del mondo.
Autore della scoperta è tuttavia un collega del già citato Boroughs, ossia Nick Beard, il quale racconta così l’emozione provata durante l’accaduto: “stavo maneggiando la cazzuola sulla terra battuta del seminterrato quando mi sono accorto di aver toccato qualcosa di solido. Rimuovo della terra e noto il collo di una vecchia bottiglia. Non ho gridato al miracolo, gli archeologi trovano un gran numero di frammenti di vetro una volta facenti parte di una bottiglia. Man mano che scavo emerge sempre di più il corpo del recipiente, così il cervello mi dice di inserire un dito oltre l’imboccatura… E sento del liquido! In quella bottiglia secolare c’era del liquido!”.
Gli archeologi operativi nella casa di George Washington a Mount Vernon hanno comunicato ai media locali la notizia. Due bottiglie di circa 250 anni sono tornate alla luce, entrambe ricolme di un liquido viscoso a base di ciliegie, alcune delle quali incredibilmente intatte. Si ritiene che il luogo fosse all’epoca un magazzino, come conferma in un’altra intervista Nick Beard.
Cosa intendono gli autori della scoperta per liquido? Molto probabilmente si tratta di acqua d’infiltrazione, penetrata dai tappi di sughero visibilmente deteriorati. Resta comunque l’eccezionalità del contenuto, vista la presenza di gambi, noccioli, residui appiccicosi di ciliegie. Come testimoniano i diretti interessati, anche il lato olfattivo ha sorpreso e non poco. I primi ad imbattersi nelle vecchie bottiglie hanno sostenuto di aver sentito “un’intensa fragranza di ciliegio in fiore”.
Questa di Mount Vernon è sì una scoperta importantissima, quantomeno curiosa, ma non unica nel suo genere. Storiche bottiglie contenenti ciliegie e altri frutti emersero dalla terra nel 1966 a Williamsburg, durante delle indagini archeologiche preliminari. Il secondo caso è del 1981, nella tenuta di Monticello, fuori Charlottesville, appartenuta ad un altro padre fondatore della nazione statunitense: Thomas Jefferson.
Spostandoci ora sul dato più “analitico” della scoperta, si evincono alcune curiosità a mio parere degne di nota. Il lavoro in laboratorio ha determinato come le bottiglie siano di fattura britannica. Esse giunsero nelle colonie americane nella prima metà del XVIII secolo, venendo sepolte tra il 1756 ed il 1776. Scansata inoltre l’ipotesi per la quale il liquido fosse in realtà Cherry Bounce, un liquore tipico coloniale nato dalla distillazione di brandy, spezie, zucchero e succo di ciliegia. Nella casa di George Washington e di sua moglie Martha se ne consumava a quantità industriale, anche per il gusto smodato che il primo presidente americano aveva per la bevanda liquorosa.