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tsutomu yamaguchi

Foto del giorno: Tsutomu Yamaguchi, l’uomo sopravvissuto a due esplosioni nucleari

Fotografia di anonimo, copertina del documentario Twice Bombed, Twice Survived di Hidetaka Inazuka, 2011. La fotografia si riferisce alla copertina del documentario Twice Bombed, Twice Survived in cui il 91enne Tsutomu Yamaguchi racconta di quella volta in cui sopravvisse a due esplosioni nucleari, le stranote di Hiroshima e Nagasaki.

Tsutomu Yamaguchi, come sopravvivere a due esplosioni nucleari

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Crediti foto: @screenshot dalla copertina del DVD Twice Bombed, Twice Survived

Tsutomu Yamaguchi è l‘ingegnere diventato noto per essere l’uomo sopravvissuto sia al bombardamento nucleare di Hiroshima, sia al bombardamento nucleare di Nagasaki. Morendo poi a 94 anni.

Tsutomu Yamaguchi nacque a Nagasaki il 16 marzo 1916 e morì, sempre a Nagasaki, il 4 gennaio 2010. Era un ingegnere e quel 6 agosto del 1945 si trovava a Hiroshima per un viaggio di lavoro per conto della Mitsubishi Heavy Industries, la società per cui lavorava.

Nel momento in cui Little Boy, questo il soprannome dato alla prima bomba atomica che esplose a Hiroshima, fu sganciata sulla città, Yamaguchi stava scendendo dal tram. La bomba cadde a circa 3 km di distanza. Venne investito in pieno dall’esplosione che seguì, ma, sbalzato fuori dal veicolo, riuscì comunque a rimanere in vita, seppur notevolmente ferito. Riuscì a farcela perché, come raccontato da lui stesso, ebbe il lampo di genio di buttarsi in un canale vicino, proteggendosi contemporaneamente il viso con le mani.

Il fatto di essere riuscito a sopravvivere all’ordigno non vuol dire che non ebbe conseguenze. L’esplosione gli distrusse i timpani e lo rese temporaneamente cieco. Gravi ustioni si svilupparono sulla metà superiore sinistra del corpo e divenne del tutto calvo. E come molti alti sopravvissuti a esplosioni nucleari anche lui, come sua moglie e il figlio, soffrì a vita degli effetti del fallout nucleare. Yamaguchi, avvolto da bende, rimase per tutta la notte seguente in un rifugio antiaereo. Poi riuscì a partire e a raggiungere la sua città natale, nonostante le gravi ferite. E ricordiamo che la sua città natale era Nagasaki.

fungo atomico

Arrivato in città, ci mise poco a riprendersi e il 9 agosto era già in ufficio a spiegare ai suoi superiori quanto fosse andato vicino alla morte, ecco che sempre a circa 3 km di distanza (neanche a farlo apposta), sganciarono la seconda bomba nucleare, quella soprannominata Fat Man. E in qualche maniera riuscì a sopravvivere anche a questa. Questa seconda esplosione distrusse tutte le finestre del palazzo, gettandolo a terra.

Anche qui, come a Hiroshima, rimase ferito, ma vivo. Questa volta fu merito dell’edificio in cui si trovava, assai robusto e delle colline che lo circondavano. Questa combo servì a smorzare un po’ l’impatto della bomba. Dopo essere sopravvissuto a entrambe le esplosioni, Yamaguchi divenne ingegnere navale e per anni non raccontò la sua storia a nessuno.

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Crediti foto: @Hiromichi Matsuda / Museo della bomba atomica di Nagasaki

Tuttavia, arrivato all’età di 80 anni, ecco che decise di scrivere un’autobiografia in modo da parlare della sua esperienza. Questo anche perché nel 2005 il figlio, anche lui un superstite di Nagasaki, era morto di tumore. Come disse poi lui stesso: “Era mio destino che subissi ciò due volte e che sopravvivessi ad entrambi per testimoniare ciò che accadde”.

Successivamente gli venne chiesto di partecipare al documentario dal titolo Twice Bombed, Twice Survived, dove il regista Hidetaka Inazuka parlò delle esperienze dei sopravvissuti alle esplosioni di due bombe nucleari, concentrandosi soprattutto sulla vicenda di Yamaguchi. Yamaguchi morì poi a Nagasaki nel 2010 a causa di un tumore allo stomaco.