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Foto del giorno: Transilvania, terra contesa

Foto del giorno: Transilvania, terra contesa

Fotografia di Merl LaVoy, Cluj, Transilvania, Regno di Romania, dicembre 1918. Il 16° reggimento Dorobanți “Fălticeni”, parte delle forze di fanteria e cavalleria rumene, entra nella città di Cluj nel dicembre 1918. Lo scatto di LaVoy cattura un momento cruciale della storia dell’Europa centro-orientale; sono gli effetti dell’unione della Transilvania con il Regno di Romania. L’immagine assume un fortissimo valore simbolico, dato che documenta un passaggio politico e identitario netto. Qualcosa che avrebbe segnato la storia del Novecento romeno e ungherese.

Foto del giorno: Transilvania, terra contesa

Alla fine della Prima guerra mondiale, l’Impero austro-ungarico si era disgregato sotto il peso delle sconfitte militari e delle tensioni nazionali interne. In Transilvania, regione storicamente multietnica ma con una forte componente romena, i leader politici romeni colsero l’occasione per rivendicare l’unione con la “patria madre”.

Parallelamente, anche altre province avevano seguito lo stesso percorso. Lo si dica dunque per la Bessarabia e la Bucovina. L’atto finale toccava ora alla Transilvania, la regione più simbolica e popolosa tra quelle abitate da romeni al di fuori del regno. Il 1° dicembre 1918 (18 novembre secondo il calendario giuliano allora in uso), oltre 1.200 delegati romeni della Transilvania si riunirono ad Alba Iulia. L’assemblea votò quasi all’unanimità l’unione della Transilvania con la Romania, dichiarando che il nuovo Stato avrebbe garantito libertà e diritti a tutte le nazionalità e confessioni religiose.

La scelta di Alba Iulia non fu casuale: era la città in cui, nel 1600, il voivoda Mihai Viteazul aveva realizzato per la prima volta, anche se brevemente, l’unione di Valacchia, Moldavia e Transilvania.

Transilvania all'interno del Regno d'Ungheria censimento 1890

La proclamazione doveva però essere sostenuta militarmente, poiché il disfacimento del gigante asburgico aveva lasciato spazio a rivendicazioni concorrenti, soprattutto da parte ungherese. Sì, perché non dobbiamo dimenticare come la Transilvania, sebbene per metà abitata da romeni (o almeno, parlanti la lingua romena, seguendo la dicitura censitaria imperiale, che non distingueva su base etnica, ma linguistica), presentasse una disuguaglianza demografica fra contesto rurale e urbano. Per dirla in parole spicciole: gli ungheresi abitavano in maggioranza relativa o quasi assoluta i principali centri cittadini (Cluj/Kolozsvár, Târgu Mureș/Marosvásárhely, Oradea/Nagyvárad) e rappresentavano l’élite amministrativa, economica e politica. Al contrario, le campagne erano terra di secolare residenza rumena.

Detto ciò, si capisce perché le truppe romene avanzarono con un certa velocità in Transilvania, così da consolidare l’annessione e garantire l’ordine. Ed è quello che vediamo nella foto di Merl LaVoy. I soldati a cavallo, immortalati mentre suonano la tromba in parata, marciano davanti a una folla numerosa: per i romeni era la celebrazione di una vittoria, per gli ungheresi l’inizio di una perdita dolorosa. L’ingresso delle truppe a Cluj segnava non solo l’occupazione militare ma anche l’inizio dell’integrazione effettiva della Transilvania nel Regno di Romania.

L’annessione fu riconosciuta sul piano internazionale dal Trattato di Trianon (4 giugno 1920), che sancì ufficialmente la fine del Regno d’Ungheria nella sua forma storica. La Transilvania passava definitivamente sotto sovranità rumena, mentre l’Ungheria perdeva circa due terzi del suo territorio prebellico.

Transilvania Giorno dell'Unione

Questo ridisegno dei confini suscitò un profondo risentimento in Ungheria e alimentò tensioni che avrebbero avuto lunga durata. Per la Romania, invece, rappresentò il coronamento del sogno nazionale: la creazione della România Mare (“Grande Romania”), che riuniva in un unico Stato la maggioranza delle popolazioni romene dell’Europa orientale.

Dal 1990, dopo la caduta del regime comunista, il 1° dicembre è diventato festa nazionale in Romania: il Giorno della Grande Unione. Si celebra non solo l’unione della Transilvania, ma anche quella della Bessarabia e della Bucovina, completando idealmente il mosaico della Romania moderna.