Fotografia di Tai Sing Loo, Hawaii, 23 maggio 1924. Nella foto del giorno vediamo una consuetudine umana che, a quanto pare, non è cambiata nel corso del tempo. Un gruppetto di sorridenti e incoscienti turisti si fa scattare una foto davanti al vulcano Kilauea in piena eruzione. Tutti in posa e c’è anche chi saluta allegro. E dietro il Kilauea continua a eruttare.
L’eruzione del vulcano Kilauea del 1924

Nel corso del 1924 il vulcano Kilauea, nelle Hawaii, si produsse in più di 50 eruzioni ed eventi esplosivi, nell’arco di sole due settimane e mezza. Numerose le foto scattate, fra cui quella realizzata da Tai Sing Loo.
In essa si vede un folto gruppo di visitatori e turisti sbarcati dai piroscafi Haleakala e Mastonia per osservare da vicino l’eruzione del vulcano Kilauea. I turisti si misero in posa davanti alla facciata dell’Hotel Volcano House, in modo da immortalare dietro di sé il pennacchio di fumo e gas prodotto dal vulcano.
Questo almeno fino a quando Ruy H. Finch, il direttore ad interim dell’HVO, non decise di intervenire, avvisandoli che era alquanto sconsigliato farsi scattare foto davanti a un vulcano in piena eruzione.
Anche perché il Kilauea aveva dato abbondante prova della sua capacità distruttiva, producendo esplosioni fra le più potenti per il vulcano sin dall’inizio del XIX secolo. Pensate che riuscì scagliare blocchi di lava pesanti fino a 14 tonnellate. E quei turisti stavano proprio lì sotto!
Comunque sia, l’eruzione del 1924 del Kilauea fu preannunciata da una serie di eventi che destarono qualche sospetto di disastro imminente. Nel febbraio del 1924, infatti, un lago di lava si prosciugò nell’Halema’uma’u. Seguì un violento sciame di scosse sismiche nella zona inferiore della Puna.

A inizio aprile l’attività sismica si intensificò fino ad arrivare il 23 aprile all’apice. Si aprirono faglie e grosse fenditure nel terreno, la costa cedette e i sismografi registrarono centinaia di terremoti. Col senno di poi, tutti questi movimenti tellurici indicavano uno spostamento del magma.
Intanto il cratere Halema’uma’u iniziò a crollare a fine aprile, quando l’attività sismica apparentemente sembrò placarsi. E nubi di polvere continuarono a levarsi, a indicare crolli continui.
Si arrivò così alla notte fra il 9 e il 10 maggio, quando piccole rocce scagliate fuori dal cratere segnalarono la prima esplosione. Seguirono altre esplosioni intense a partire dal 13 maggio, a poche ore di distanza l’una dalle altre. Intanto il cratere Halema’uma’u continuava a crollare. Le nuvole di detriti e gas causate dalle continue esplosioni divennero difficili da distinguere dalle nubi causate dalle valanghe di roccia.
Per questo motivo non si è ben sicuri di quando l’eruzione finì effettivamente. Ma si pensa che il 27 maggio fu l’ultimo giorno in cui il cratere scagliò del materiale al di fuori di esso.
L’attività vulcanica del Kilauea è sempre stata caratterizzata dalla produzione di grandi nubi e colonne eruttive. E anche in questo caso il vulcano non smentì la sua nomea. Le nubi esplosive più grandi raggiunsero i 9 km di altezza. Alcune delle eruzioni furono accompagnate da fulmini e forti temporali. L’esplosione più forte fu quella della mattina di domenica 18 maggio.

In quel momento diverse persone si trovavano in prossimità dell’Halema’uma’u e una di esse rimase uccisa dai detriti caduti. La maggior parte del materiale presente nelle nubi esplosive derivava da rocce cadute e scagliate dalla parete di fondo del cratere. Il vulcano produsse anche piccole quantità di lava, forse il residuo del magma rimasto nel cratere dopo il prosciugamento del lago di lava.
Durante l’eruzione, l’Halema’uma’u si ingrandì, grazie al crollo delle pareti e all’abbassamento del fondale. Raddoppiò addirittura il suo diametro, abbassandosi di circa285 metri.