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Foto del giorno: mai fare arrabbiare Anita Ekberg

Foto del giorno: mai fare arrabbiare Anita Ekberg

Fotografia di Marcello Geppetti, Roma, Italia, 20 ottobre 1960. Anita Ekberg, attrice svedese di caratura internazionale, “accoglie” a suo modo un gruppo di paparazzi decisamente ostinati. Arco e frecce sono l’antidoto al venefico scoop, e la Ekberg lo sapeva fin troppo bene.

Foto del giorno: mai fare arrabbiare Anita Ekberg

La fotografia di Marcello Geppetti è iconica e al contempo esemplare. Iconica perché capace di immortalare una donna, armoniosamente idealizzata dall’opinione pubblica, intenta a stravolgere i canoni del savoir-faire. Esemplare dato che attraverso di essa scorgiamo alcuni degli aspetti più cruciali della dolce vita romana. Geppetti sintetizza in un solo scatto l’intero clima di eccessi, curiosità morbosa e tensione fra celebrità e stampa scandalistica che caratterizzò la Roma di quegli anni.

Nell’immagine si vede l’attrice svedese Anita Ekberg, già celebre in tutto il mondo grazie al ruolo iconico ne La dolce vita di Federico Fellini (uscito pochi mesi prima), che, a piedi scalzi e in abito da sera nero, affronta un gruppo di paparazzi fuori dalla sua abitazione, brandendo arco e frecce come se fosse un’eroina furiosa del cinema.

Anita Ekberg attrice svedese

La scena, che giureremmo sembri surreale, artefatta, cinematografica quindi, nacque in realtà da un episodio reale. Secondo quanto riportato dal quotidiano statunitense Herald-Journal nell’ottobre 1960, Ekberg era stata seguita per l’intera notte da quattro fotografi freelance, paparazzi se preferite, noti per immortalare le star che frequentavano i locali più in voga di Via Veneto, epicentro del jet set romano. L’attrice, accompagnata da un produttore italiano sposato, era stata pedinata da un locale all’altro fino a casa, dove i paparazzi avevano continuato a scattare fotografie anche mentre la coppia entrava nella villa.

Uno di loro, Felice Quinto, in seguito ricordò la scena nei dettagli. Mentre lui e i colleghi stavano risalendo sulle motociclette per andarsene, Anita Ekberg uscì di corsa dall’abitazione. Armata di un arco e di alcune frecce, gridò “Datemi quelle foto!”. Nonostante fosse una notte fredda, indossava soltanto un elegante abito nero e aveva tolto le scarpe. Nella concitazione, l’attrice scoccò alcune frecce in direzione dei fotografi. Una colpì Quinto all’avambraccio sinistro, mentre altre due si conficcarono nella schiena di un altro paparazzo.

Anita Ekberg fotografo Marcello Geppetti

L’episodio fece immediatamente il giro del mondo. La sua reazione divenne un simbolo della tensione crescente tra le star del cinema e i nuovi protagonisti della scena mediatica romana: i paparazzi. Ah, sapete chi li ribattezzò così? Il maestro Fellini, che nel suo film aveva chiamato uno dei fotografi Paparazzo. La realtà, in questo caso, sembrò imitare il cinema. L’immagine di Ekberg armata di arco sembrava un fotogramma rubato da una pellicola neorealista virata al grottesco.

Anita Ekberg La dolce vita scena fontana di Trevi

Marcello Geppetti, l’autore dello scatto, era uno dei maestri di quella fotografia di strada che mescolava cronaca, costume e provocazione. A differenza dei fotografi mondani tradizionali, Geppetti cercava il momento non posato, la verità drammatica e inaspettata. La sua immagine di Anita Ekberg, scattata nel buio di una notte romana, con la diva armata che affronta i fotografi, divenne un’icona non solo per il soggetto in sé, ma per ciò che rappresentava. Dunque la guerra tra l’immagine e chi la produce, tra il desiderio di libertà delle celebrità e la voracità del pubblico per il loro mito.

In retrospettiva, l’immagine di Geppetti è molto più di una semplice curiosità fotografica. Mi piace interpretarla come se fosse un ritratto sociologico di un’epoca. Una stagione in cui a Roma si respirava una modernità convulsa, contraddittoria se vogliamo, dove la libertà, il desiderio e la fama si intrecciavano in un vortice di luci e scandali. Dicasi dolce vita.