Fotografia di anonimo, Torino, 14 ottobre 1980. Decine di migliaia di impiegati della FIAT scendono in piazza a protestare contro il sindacato. Quell’evento passerà alla storia come la “Marcia dei Quarantamila” e questa foto di oggi ne è una splendida testimonianza. Tuffiamoci nelle intricate vicende sindacali dell’epoca e vediamo un po’ cosa successe in quei caldi giorni torinesi.

Il capoluogo piemontese si presta spesso, nel corso della storia recente, a ingenti manifestazioni di piazza. Avevamo già parlato delle proteste per il pane, di qualche decennio prima, oggi vedremo invece uno sciopero atipico. Quella del 14 ottobre 1980, come preannunciato in apertura, fu infatti una protesta antisindacale. Se di solito erano i sindacati ad organizzare e gestire gli scioperi, quel giorno lo sciopero si volse proprio contro queste organizzazioni.
La questione è però molto ampia ed esula dai confini cronologici e geografici finora presentanti. Per comprenderla al meglio dobbiamo accennare alla crisi petrolifera del 1973 e all’annessa stagflazione, per poi spostare il focus su anni e questioni leggermente precedenti ai fatti qui presentati. All’interno della FIAT si crearono, in un tale contesto di crisi e licenziamenti, due correnti: una sindacale e una antisindacale.

Nel maggio 1980 Confindustria cambiava ai vertici, era la volta di Vittorio Merloni. Inizio shock per lui perché dopo pochi giorni la FIAT, in forte crisi, propone una maxi cassa integrazione. 78.000 operai per 8 giorni lasciati a casa. Il 5 settembre, appena 4 mesi dopo, la FIAT annunciava la cassa integrazione per altri 24.000 lavoratori, questa volta per 18 mesi.
Alla notizia di altri licenziamenti fu subito sciopero. Dopo 35 giorni di proteste, partì anche la marcia, che, passando di strada in strada, fagocitava sempre nuovi partecipanti. Non si capì mai il reale numero di coloro i quali, in quei giorni di ottobre, parteciparono alla mobilitazione. Alcuni parlarono di 30.000 manifestanti, altri di numeri minori, ma Luciano Lama, segretario della CGIL, parlò di 40.000. Da allora quel numero divenne il nome della marcia, che diventò la Marcia dei Quarantamila.

Dopo tre giorni dal cammino di protesta, la FIAT si sedette al tavolo delle trattative e ritirò gli oltre diecimila licenziamenti. Le migliaia di persone in cassa integrazione invece non mutarono il loro destino. In ogni caso quella di Torino resta una validissima immagine esemplare di protesta contro i sindacati e gli accordi sindacali che rischiano, alle volte, di danneggiare anziché tutelare i lavoratori che rappresentano.