Fotografia di Michel Mazeau, deserto del Ténéré, Sahara centro-meridionale, Niger, 1961. Questa fotografia mostra una scena di sorprendente solitudine nel cuore desertico del Ténéré, in Niger. Un fuoristrada si avvicina a un albero, l’unico nel raggio di centinaia di chilometri, completamente isolato nel vasto paesaggio sabbioso. Si tratta del celebre albero del Ténéré (Arbre du Ténéré se vogliamo dirla alla francese).

L’albero del Ténéré si ergeva solitario nell’omonimo deserto. Alto non più di tre metri, l’acacia ad ombrello fu per decenni l’albero più isolato del mondo, vista l’assenza di altri esemplari per un raggio di circa 400 km tutt’attorno.
Non rappresentava solo una curiosità botanica: per un paio di secoli (si stima avesse tra i 150 e 300 anni al momento dell’abbattimento) fu un punto di riferimento vitale per le carovane tuareg e per i viaggiatori del Sahara. Fate conto che l’esercito francese arrivò a realizzare una mappa in scala 1:4.000.000 dove l’albero del Ténéré era appositamente segnalato. Tanto era importante per le vie del deserto.

A tutti gli effetti, l’acacia fu un faro vivente nel bel mezzo del Sahara centro-meridionale, un caposaldo per l’orientamento in una distesa altrimenti indistinguibile. L’arbusto era in realtà l’ultimo sopravvissuto di un gruppo d’alberi cresciuti quando il deserto nigerino era meno arido. Tuttavia, mentre i suoi vicini soccombettero nei decenni, lui rimase instancabilmente al suo posto.
Per le tribù nomadi divenne un “albero sacro“, tabù e perciò inviolabile. Scavando un pozzo lì vicino, alla fine degli anni ’30 del Novecento si scoprì come le radici raggiungessero una falda freatica a 36 metri di profondità. Si compresero in questo modo le ragioni della misteriosa – fino ad allora – esistenza dell’albero del Ténéré.

Purtroppo nel 1973, dodici anni dopo lo scatto della fotografia di cui sopra, un autista libico in stato di ebrezza abbatté l’acacia. Le sue “spoglie” vennero traslate nel Museo Nazionale del Niger nella capitale Niamey. Tagliente l’ironia della fatalità, non credete? Con tutto quello spazio, l’uomo riuscì lo stesso a prendere in pieno l’albero. Un anno dopo il Niger emise un francobollo da 50 franchi raffigurante l’albero del Ténéré per commemorarlo. Con il medesimo intento, oggi una scultura metallica s’impone alla vista degli osservatori lì dove un tempo se ne stava il sacro faro del Sahara.