Fotografia della Keystone View Company, necropoli di Giza, Il Cairo, Egitto, 10 aprile 1931. Il dirigibile rigido Graf Zeppelin (nome completo: LZ 127 Graf Zeppelin) sorvola la necropoli di Giza e le sue stupefacenti piramidi. Il tutto mentre un gruppo di tre persone del posto, osserva da un’altura. Suggestiva e affascinante, sono due degli aggettivi che ben si accostano all’immagine. Proseguendo oltre l’impatto emotivo che suscita lo scatto, cerchiamo di capire quanto di storico si può dire per suo tramite.

Beh, sarebbe strano se non partissi dal soggetto dell’immagine (non me ne vogliano le Piramidi di Giza, ma le conosciamo così bene che voglio concentrarmi sul più moderno dirigibile). Il Graf Zeppelin non è certo un velivolo che la storia ha dimenticato, anzi. Fin dal momento del suo varo, segnato sul calendario 8 luglio 1928, si fece un gran parlare. L’ultima espressione aeronautica dei prestigiosi cantieri di Friedrichshafen, a due passi dal lago di Costanza, nel Baden-Württemberg tedesco, attirò su di sé l’attenzione di esperti e curiosi.
Doveva essere un aeronave sperimentale, ma superò alla grande i test per il trasporto passeggeri. I costruttori lo ritennero tanto affidabile da adeguarlo al trasporto civile. Per questo compì dei viaggi straordinari, da cartolina si direbbe. Volete degli esempi? Il giro del globo terracqueo, poi il circolo polare artico, infine la traversata mediterranea, sorvolando i cieli dell’Egitto e del Levante. Di quest’ultimo viaggio – coerentemente con la scelta fotografica – vorrei parlarvi.

Il Graf Zeppelin volò su Egitto e Palestina dal 9 al 13 aprile 1931. Al suo comando, vi era il capitano Hugo Eckener. Il programma prevedeva la partenza dalla Germania meridionale, Friedrichshafen ovviamente, poi il proseguimento in direzione sud-est, tracciando una rotta che dalla valle del Rodano l’avrebbe condotto sopra Corsica, Sardegna, Sicilia e Malta. Avvistate le coste libiche, nei pressi di Bengasi, il dirigibile continuò in direzione di Alessandria d’Egitto e Il Cairo (momento in cui venne scattata la fotografia). L’11 aprile, davanti a 30.000 spettatori (talmente entusiasti che le autorità dovettero tenere a bada la folla a suon di richiami e idranti), il Graf Zeppelin attraccò all’aeroporto di Almaza.
Dopo la sosta egiziana, ripartì per Gaza, giungendo a Gerusalemme. Spense i motori una volta giunto sopra il Santo Sepolcro, arrestandosi per qualche minuto in silenzio. Infine concluse il viaggio passando per Creta, la costa ellenica, quella balcanica fino a Zagabria; da lì Vienna, Passau, Augsburg e Ulm.

Alle ore 7 in punto del 13 aprile l’aeronave rientrò alla base sul lago di Costanza. Ciò, dopo aver percorso la bellezza di 9.600 km in 96 ore di volo in cui aveva sorvolato 14 paesi su tre continenti.




