Quello che vedete in foto è l’elmo di Meskalamdug, l’elmo d’oro che ci spiega come lo chignon maschile fosse un’acconciatura perfettamente adatta per i guerrieri di un tempo. O quanto meno per chi bazzicava dalle parti di Ur, visto che l’elmo in questione apparteneva a un principe mesopotamico.
La storia dell’elmo di Meskalamdug

L’elmo di Meskalamdug è un elmo d’oro realizzato per imitare l’acconciatura ondulata e le orecchie di chi lo indossava. Trovato nel 1927 dall’archeologo britannico sir Leonard Woolley durante gli scavi a Ur, è degno di nota anche per il fatto che ci mostra come lo chignon maschile fosse perfettamente accettato all’epoca.
Il reperto in questione si trovava all’interno di una tomba nel Cimitero Reale. Accanto a lui c’erano vasi di alabastro, pugnali d’oro e ciotole d’oro. Su una di esse c’era il nome Meskalamdug, che tradotto vuol dire “eroe della buona terra”. Visto che la tomba non era, però, molto grande o molto arredata, ecco che l’archeologo ipotizzò che non appartenesse a un re di Ur, bensì a un principe mesopotamico.
Successivamente vennero fatte due copie dell’elmo. Una si trova al British Museum e una al Penn Museum (in effetti quelle che vedete in foto sono delle copie). L’elmo originale, invece, fu nascosto prima della Prima Guerra del Golfo, salvo poi essere recuperato a fine 2003. Attualmente si trova presso l’Iraq Museum di Baghdad.

Il Penn Museum ci spiega che l’elmo era alto 22,7 centimetri e largo 21 centimetri. James Ogden, l’orafo che realizzò le due copie esatte nel 1928, spiegò che l’elmo originario era ricavato da un’unica lastra d’oro a 15 carati. Secondo Ogden l’elmo era stato realizzato a “grandezza naturale” e forse era un “copricapo cerimoniale”. C’erano anche dei piccoli fori attorno al bordo che, forse, servivano per fissare una fodera realizzata in tessuto trapuntato. E in effetti, all’interno del copricapo, trovarono tracce di questo tessuto.
Gli artigiani modellarono l’oro battuto a mano, incidendolo in modo da rappresentare i capelli. La chioma era raccolta con un nastro, in modo da formare un piccolo chignon sulla nuca. Le orecchie dell’elmo, poi, avevano dei fori. Questi servivano per permettere a chi lo indossava di sentire attraverso l’elmo. Altri fori presenti sotto le orecchie potevano servire plausibilmente per fissare il sottogola.

All’epoca Woolley specificò che l’elmo di Meskalamdug era molto diverso dai tradizionali elmi di rame che indossavano i soldati semplici. Tuttavia è simile alle acconciature e agli elmi indossati dai sovrani mesopotamici Eannatum e Sargon il Grande aka Sargon di Akkad, rispettivamente nel XXV e nel XXIV secolo a.C.
C’è poi un mistero attorno al proprietario di questo copricapo. Dal Cimitero Reale di Ur sono emerse prove che un uomo di nome Meskalamdug fosse un re Sumero. Tuttavia questo specifico Meskalamdug, nella sua tomba, non era indicato come sovrano sui manufatti trovati. Quindi si pensa che l’elmo possa essere appartenuto al figlio o al nipote del re Meskalamdug, afferente alla Prima Dinastia di Ur. E la sua seconda moglie fu la regina Puabi, nella cui lussuosa tomba gli archeologi trovarono una lira antica.