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Charles Darwin e quell’amore per i cani

Tutti quanti ricordiamo Charles Darwin per la sua Teoria dell’Evoluzione. Ma in questo brillante scienziato c’era molto di più. Per esempio, non tutti sanno quanto amasse i cani. In realtà Darwin era circondato quasi sempre dai suoi cani e anche la sua nave da ricerca, quella con cui girò il mondo per documentare le sue scoperte e teorie, si chiamava Beagle.

Charles Darwin e i cani

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Crediti foto: @Elliott & Fry, Public domain, via Wikimedia Commons

Charles Darwin ebbe tantissimi cani: Nina, Spark, Pincher, Schiela, Snow, Dash, Bob, Bran e Polly (il cane che vedete qui sotto e che era il suo adorato terrier). I cani accompagnavano Darwin ovunque: a casa quando studiava e metteva nero su bianco i risultati delle sue ricerche, quando andava a passeggiare in campagna, quando faceva attività sportiva e anche quando riposava a casa accanto al camino.

Chiamandosi Charles Darwin, i cani non erano solo amici e compagni… Erano anche oggetto di studio. Infatti Darwin approfittò della loro compagnia per studiarne le variazioni di razza e il comportamento. Ne valutò anche le capacità mentali ed emotive e la loro capacità di adattarsi a svariate condizioni.

Darwin ebbe a che fare con i cani sin da giovane. All’epoca, infatti, gli zii lo fecero appassionare alla caccia. E proprio quando si trovava a Cambridge e gli regalarono un cane da caccia, Dash, con il quale inseguiva i fagiani nelle paludi. Già all’epoca Darwin osservò le capacità dei cani da caccia in merito al fiuto e all’inseguimento, informazioni che poi gli tornarono utili quando formulò la Teoria dell’Evoluzione.

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Crediti foto: @Wellcome Collection Gallery, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons

In effetti in una delle prime bozze della teoria dell’Evoluzionismo usò come esempio proprio il levriero, considerato esplicativo dell’adattamento e della selezione naturale (nel caso dei levrieri si erano evoluti in modo da modificare struttura fisica e istinto per inseguire le lepri).

Darwin si dedicò anche allo studio dei comportamenti sociali dei cani, sottolineando i loro legami affettivi con i propri umani. Queste le sue parole: “È curioso speculare sui sentimenti di un cane: questi riposerà pacificamente per ore in una stanza con il suo padrone o con un membro della famiglia, senza che nessuno gli presti la minima attenzione. Ma se lasciato da solo per un breve lasso di tempo, abbaia o ulula tristemente”.

Sosteneva anche che i cani fossero in grado di ricordare i comportamenti sbagliati. Ma quando questi ricorsi si scontravano con i loro istinti sociali ecco che scaturiva un conflitto. E la stessa cosa per lui succedeva negli esseri umani.

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Crediti foto: @Julia Margaret Cameron, Public domain, via Wikimedia Commons

Proprio grazie a questo suo amore per i cani, Darwin cercò di convincere la comunità scientifica a regolamentare gli esperimenti animali. In pratica voleva proteggerli dalla crudeltà. A proposito: perché Polly fu il suo cane preferito? Semplice: Darwin adottò questo terrier quando la figlia Henrietta si trasferì dopo il matrimonio.