Alessandro Striggio è un noto compositore del XVI secolo, la cui musica a lungo si credette in parte perduta, ma circa vent’anni fa avvenne una scoperta sorprendente. Le sue opere si trovavano ora in mano agli studiosi! Lavorò a lungo presso la corte medicea spostandosi in altri principati italiani, fino a compiere viaggi al di là delle Alpi incantando l’Europa intera.

Musicista, liutista e organista, compositore prolifico, nel 1560 lavorò alla corte del duca di Firenze compiendo viaggi in tutta Italia e all’estero. Durante questo periodo di servizio presso la corte fiorentina, intraprese un viaggio diplomatico musicale in Europa. Nel 1567 partì alla volta della Francia, dove declinò l’offerta dell’allora sovrano di comporre musica per la sua corte. Al termine del soggiorno francese si imbarcò per raggiungere l’Inghilterra, e qui vi rimase per circa 15 giorni.
Lasciò l’isola britannica e si diresse nelle Fiandre, facendo ritorno in Italia passando da Milano. Durante gli anni ’80 del Cinquecento Striggio lasciò Firenze e si recò definitivamente a Mantova sotto la protezione di un nuovo mecenate.

Prima ancora di raggiungere Mantova si recò a Ferrara, sotto l’allora governo di Alfonso II d’Este da cui presumibilmente partì l’invito e un nulla osta per il viaggio. La città infatti era uno dei centri musicali all’avanguardia nell’Italia del tempo. Per i Medici compose numerosi intermezzi, in occasioni di matrimoni e visite diplomatiche ma generalmente l’attenzione per la musica di Cosimo e Francesco diminuì. Forse fu proprio questo a spingere il famoso compositore a guardare altrove e accettare inviti in altre città.
Le sue composizioni divennero famose e apprezzate fin oltre il confine naturale delle Alpi! Tanto è vero che in occasione delle nozze del duca di Baviera Guglielmo V e Renata di Lorena si eseguì un mottetto a 40 voci scritto proprio da lui. La vasta produzione dell’artista comprende sia musica sacra che profana, per quanto la prima rimase sempre quantitativamente inferiore alla seconda. Opere come Ecce beatam lucem a 40 voci e 5 cori vennero eseguite durante la visita alla corte londinese e sembra proprio che T. Tallis ne trasse ispirazione.

Tra le sue opere si ritrovano Il cicalamento delle donne al bucato e i sette libri di madrigali, alcuni componimenti a lungo perduti invece sono ora noti alla comunità accademica. La sua produzione non ispirò solo artisti europei di vario calibro, ma perfino suo figlio, anch’egli in seguito distintosi come compositore. La musica di Alessandro Striggio continua a risuonare nelle cappelle, ai concerti, riuscendo a distanza di secoli a parlare un linguaggio non solo comprensibile ma ammaliante.