Almanacco del 3 agosto, anno 8 d.C.: le legioni romane guidate dal generale, nonché erede alla porpora imperiale, Tiberio Giulio Cesare, sconfiggono un esercito di Dalmati presso il fiume Bosona, l’attuale Bosna, nella provincia dell’Illirico. La battaglia combattuta il 3 agosto dell’anno 8 d.C. rappresenta uno dei momenti chiave della grande rivolta dalmato-pannonica (6-9 d.C.), una delle più gravi e complesse crisi affrontate dall’Impero romano durante il principato di Augusto. L’evento che tratteremo qui di seguito s’inserì in una fase avanzata della guerra, quando la forza dei ribelli cominciava lentamente a piegarsi sotto il peso dell’inesorabile pressione militare romana. Eppure la loro resistenza, nonostante tutto ancora accanita e per cervi versi ostinata, impediva una rapida conclusione del conflitto.

Non si può in questa sede riassumere il principio e il primo svolgimento della rivolta dalmato-pannonica (magari dedicherò al tema un approfondimento futuro). Al contrario, è doveroso fornire un contesto – magari più specifico – sul secondo anno di guerra nell’Illirico. In quel secondo anno, per l’appunto siamo nel 7 d.C. Tiberio aveva messo in campo un enorme esercito: dieci legioni, decine di coorti e alae ausiliarie, veterani e truppe alleate.
Dopo aver riconquistato la valle della Sava, egli poteva finalmente isolare e affrontare separatamente Dalmati e Pannoni, che già cominciavano a soffrire gli effetti della guerra totale. Insomma fame, epidemie, logoramento facevano il loro dovere.
La situazione, nonostante i fattori qui sopra riportati, rimaneva abbastanza fragile. Restava il parziale successo ottenuto contro i Pannoni, ma i Dalmati continuavano la resistenza dalle montagne. La loro era una guerra di logoramento, fatta di saccheggi e tante piccole incursioni localizzate. Potevano permettersi una simile strategia, data la familiarità con l’aspro paesaggio. Fu in questo clima che si inserisce lo scontro (decisivo, ma non troppo) del 3 agosto dell’8 d.C., quando Tiberio marciò verso il cuore della resistenza dalmata, ovvero il bacino superiore del fiume Bosona (Bosna), nell’odierna Bosnia centrale.

Le fonti, in particolare Velleio Patercolo, che partecipò alla campagna, descrivono questa fase come uno dei più intensi sforzi bellici compiuti da Tiberio in tutta la guerra. Il fiume Bosona segnava una delle vie naturali attraverso le montagne della Bosnia, un luogo strategico sia per i movimenti militari che per i rifornimenti. Tiberio si trovava a fronteggiare un esercito ribelle composto da Dalmati di diverse tribù, rifugiatisi nella regione montuosa lungo il corso del fiume. Il generale sapeva che la guerriglia continuava a mietere vittime, che i suoi uomini erano stanchi e che ogni giorno che passava rendeva più difficile mantenere la disciplina e l’efficacia delle truppe.
Tuttavia, con una manovra oggettivamente ben coordinata, il 3 agosto attaccò l’esercito nemico presso il fiume Bosona. Lo scontro fu cruento, ma alla fine i Dalmati vennero duramente sconfitti, e molti gruppi tribali iniziarono a cedere. Questa vittoria fu ottenuta grazie a una combinazione di diversi ma riconoscibili fattori. In primis, faceva tutta la differenza di questo mondo il superiore addestramento e la disciplina della legioni. In secondo luogo, l’uso della cavalleria ausiliaria, guidata da ufficiali esperti, che tagliò le vie di fuga e interruppe i tentativi di ritirata. Infine la splendida manovra logistica che garantì l’approvvigionamento delle truppe nonostante le difficoltà ambientali.

La sconfitta presso il fiume Bosona rappresentò uno spartiacque. Da quel momento in poi, molte comunità dalmate compresero che la guerra non poteva essere vinta e iniziarono a ritirarsi sulle montagne, sperando di sopravvivere come briganti o resistendo in piccoli nuclei isolati. Ma il grosso dell’esercito ribelle era ormai stato disperso o annientato.
Sì, ma la guerra non si concluse subito. Sebbene la battaglia sul fiume Bosona fosse decisiva dal punto di vista operativo, la resistenza dei Dalmati continuò ancora per mesi. Tiberio condusse personalmente l’ultima fase della campagna nell’estate del 9 d.C., culminata con la resa di Batone a Andetrio.

È ironico pensare che, pochi giorni dopo l’annuncio della vittoria nell’Illyricum, giunse la notizia del disastro di Teutoburgo, che gettò Roma nello sconforto. Così, una delle vittorie più difficili e logoranti della prima epoca imperiale romana venne immediatamente oscurata da un evento traumatico per la storia dell’Impero.