Storia Che Passione
Accadde oggi: 26 settembre

Accadde oggi: 26 settembre

Almanacco del 26 settembre, anno 1212: Federico Ruggero di Hohenstaufen – che forse conoscerete con il suo nome imperiale, Federico II di Svevia – all’epoca dei fatti solo duca di Svevia e re di Sicilia, emana la Bolla d’Oro di Sicilia (in altino: Bulla Aurea Siciliæ), documento sul quale si fonda la legittimità della Corona di Boemia. Se pensate che l’importanza dell’atto sia marginale e cronologicamente distante, vi sbagliate. Ancora nel XIX e XX secolo il popolo ceco concentrerà la propria retorica patriottica, intesa a creare uno Stato nazionale ceco, sulla Bolla d’Oro divulgata nel secondo decennio del Duecento.

Accadde oggi: 26 settembre

La storia della Bolla d’Oro di Sicilia è alquanto interessante. Il 26 settembre 1212, a Basilea, il giovane re di Sicilia Federico concesse a Ottocaro I di Boemia un privilegio che avrebbe segnato profondamente la storia dell’Europa centrale. Andrebbe tuttavia evitato il singolare, poiché il documento si suddivise in tre parti. Potremmo quasi definirle tre bolle distinte riunite sotto un unico grande attestato. Con le suddette, Federico di Svevia confermava il titolo regio a Ottocaro e ai suoi successori, fissandone diritti e doveri all’interno del Sacro Romano Impero.

Benché nel Medioevo non ricevette la stessa importanza che gli fu attribuita nei secoli successivi, la Bolla d’Oro è stata interpretata dagli storici cechi dell’Ottocento come la “carta di fondazione” dello Stato boemo, al punto da essere esibita come prova del diritto storico dei cechi a possedere un proprio Stato indipendente.

Già due predecessori di Ottocaro – Vratislao II (1085) e Vladislao II (1158) – avevano ottenuto il titolo regale, ma in forma personale e non ereditaria, tanto che i loro successori erano tornati a regnare come semplici duchi.

26 settembre sigillo reale siciliano

La vera svolta arrivò con Ottocaro I Přemysl, che seppe abilmente sfruttare la crisi dinastica apertasi dopo la morte dell’imperatore Enrico VI, avvenuta nel 1197. In quell’occasione, infatti, due casate si contendevano la corona imperiale: i Welfen, con Ottone IV di Brunswick, e gli Staufer, con Filippo di Svevia. Ottocaro appoggiò dapprima Filippo, ricevendone il titolo regio ereditario nel 1198, per poi cambiare campo e farsi riconfermare la dignità regale da Ottone IV nel 1203. Pensate che persino papa Innocenzo III, nel 1204, sancì l’ereditarietà della corona boema.

Quando però su Ottone IV gravò la scomunica – correva l’anno 1210 – Ottocaro e il fratello Vladislao Enrico cambiarono di nuovo bandiera. Cosa non si faceva per il potere. Essi si schierarono nuovamente con gli Hohenstaufen (più propriamente Staufer però), sostenendo Federico, figlio di Enrico VI e re di Sicilia. Alla dieta di Norimberga del 1211, Ottocaro votò per lui, favorendone l’elezione a re dei Romani.

26 settembre Ottocaro di Boemia

Federico, appena giunto in Germania dalla Sicilia, volle consolidare le proprie alleanze. Il 26 settembre 1212, a Basilea, fece redigere tre documenti. Questi furono collettivamente noti come Bolla d’Oro di Sicilia. Li si autenticò col sigillo aureo del regno siculo (non ancora quello imperiale).

Il primo dei tre privilegi, il più importante, stabiliva che la corona di Boemia fosse ereditaria all’interno della dinastia dei Přemyslidi. Riconosceva inoltre al re boemo una posizione di rilievo nell’impero. Che genere di posizione rilevante? Beh, anzitutto aveva diritto di voto all’elezione imperiale, poi ampia autonomia interna e il privilegio di non dover versare tributi, se non in casi particolari. Gli altri due documenti riguardavano questioni patrimoniali e diritti territoriali, sebbene non vi siano prove che Ottocaro ne abbia mai rivendicato l’applicazione.

26 settembre Bolla d'Oro di Sicilia

Curiosamente, Federico si presentò nei documenti come “Romanorum imperator electus”, cioè imperatore romano eletto, benché non avesse ancora ricevuto l’incoronazione imperiale. Probabilmente si trattava di una formula politica, atta a sottolineare la sua legittimità futura.

Nel XIII secolo, la Bolla non ebbe un impiego pratico così rilevante. Ad esempio nessuno la citò mai. Neppure nella successiva Bolla d’Oro di Ulm; quest’ultima del 1216, fu una conferma di quanto concesso quattro anni prima. L’atto del 1212 non fu neanche decisiva nelle cerimonie di successione della Corona di Boemia.

Fu il re di Boemia e futuro imperatore Carlo IV a ridarle importanza, nel 1348. Egli la fece ricopiare, dotandola di un nuovo sigillo, e la incluse tra i privilegi fondamentali del regno. In questo modo, Carlo intendeva legittimare la propria autorità recuperando le antiche concessioni ai Přemyslidi.

26 settembre commemorazione oro

Dopo molto tempo, la Bolla del 26 settembre 1212 tornò alla ribalta. Accadde nel XIX secolo, durante il risveglio nazionale ceco, quando la si interpretò come simbolo della continuità statale e del diritto storico all’autonomia. Conservati a lungo a Vienna, i documenti tornarono a Praga solo nel 1920, dopo il Trattato di Saint-Germain, e oggi sono custoditi presso l’Archivio Nazionale della Repubblica Ceca. Nel settembre 2012, in occasione dell’800° anniversario, la Bolla d’Oro di Sicilia è stata eccezionalmente esposta al pubblico: un’occasione per ricordare come, da atto politico contingente, essa sia diventata un vero e proprio simbolo della memoria storica ceca.