Storia Che Passione
Accadde oggi: 14 giugno

Accadde oggi: 14 giugno

Almanacco del 14 giugno, anno 887: Carlo il Calvo decide di far emanare un testo normativo o capitolare nella città di Quierzy-sur-Oise. L’occasione che portò alla stesura del documento era una spedizione militare dei franchi contro i saraceni. Contrariamente a quanto creduto, in realtà il capitolare non sanciva l’ereditarietà dei feudi ma ordinava quelli dei feudi maggiori. L’ereditarietà dei feudi minori è una questione accordata da Corrado II un secolo e mezzo dopo, nel 1037.

Accadde oggi: 14 giugno

Alla morte di Ludovico II il Giovane, il re di Francia divenne anche imperatore. Carlo il Calvo si recò a Roma per essere dunque incoronato dal papa. L’alleanza con il papa si rivelò nell’887 quando sotto minaccia, Giovanni VIII ne invocò l’aiuto. L’imperatore avviò i preparativi per la spedizione in Italia e lungo la strada convocò un’assemblea a Quierzy alla quale parteciparono i grandi feudatari francesi. La necessità di discutere delle disposizioni da attuare in sua assenza, l’inesperienza del figlio Ludovico e l’inaffidabilità dei grandi feudatari preoccupavano vivamente l’imperatore.

Carlo capì di doversi assicurare la lealtà dei conti, per poter garantire al figlio una sicura ascesa al trono in caso lui fosse morto in Italia. Per fare ciò il sovrano doveva cedere alle richieste che da tempo la nobiltà avanzava, e queste per lo più riguardavano la conferma del proprio beneficio.

14 giugno, Carlo il Calvo

Il sovrano concedeva il beneficio feudale solo per i termini temporali del legame vassallatico che si andava a suggellare con il soggetto. In altre parole al termine della vita di colui che aveva fatto giuramento, i beni fino a quel momento posseduti sarebbero tornati nelle mani del signore. Il signore al quale si era fatto giuramento disponeva di quei beni e dopo la morte del vassallo avrebbe potuto confermarne il possesso ai suoi eredi. Solitamente il possesso veniva confermato ai discenti e si era di fronte a una sorta di ereditarietà di fatto.

Il risultato dell’assemblea di Quierzy fu un capitolare. Questo stabiliva lo spazio in cui il reggente avrebbe potuto muoversi durante l’assenza del re e dei dignitari. Il tutto chiaramente finalizzato alla conservazione dello status quo. Nel caso della nona disposizione si diceva che il reggente, in caso di morte di un feudatario al seguito dell’imperatore, eseguiva l’amministrazione provvisoria delle terre. Ovvero il reggente non avrebbe potuto nominare un successore fino il ritorno del sovrano.

14 giugno, Carlo imperatore

Si indicavano allora le procedure in caso di diocesi amministrate dai vescovi, in caso di feudi cui successori fossero ancora minori e casi in cui il conte non aveva eredi. In sostanza nei primi due casi a essere nominato amministratore provvisorio fino alla nomina del re di ritorno in patria, erano gli eredi diretti. Nella decima disposizione si rendeva possibile tramandare i propri benefici ai figli in caso il conte si volesse ritirare in convento. Insomma Carlo il Calvo il 14 giugno 887 affermò l’ereditarietà dei feudi maggiori a chiare lettere.