Fotografia di anonimo, Oklahoma City, Stato dell’Oklahoma, Stati Uniti d’America, 19 aprile 1995. Lo scatto che vedete mostra tutta la violenza e la distruzione che quasi 3 tonnellate di materiali esplosivi combinati possono causare. Il palazzo Murrah Building, nel centro di Oklahoma City è totalmente sventrato, le auto e gli altri edifici nelle vicinanze profondamente danneggiati. L’odore di esplosivo, di sangue e di morte pervade l’aere. Usare la parola tragedia sembra quasi riduttivo, ma 30 anni fa, nel cuore degli USA, qualcosa di sconvolgente e di tragico effettivamente avvenne.

Il titolo dell’articolo odierno potrà sembrare sensazionalistico ma, purtroppo, così non è. I fatti della città di Oklahoma costarono la vita a ben 168 persone, delle quali 19 erano bambini. 672 furono invece i feriti, con numeri che ricordano quelli di una cruenta battaglia in teatri di guerra. Il numero dei coinvolti nell’attentato sfiora le 4 cifre… Due domande allora immaginiamo aleggino adesso nelle vostre menti: chi fu a commettere una tale atrocità? E soprattutto, perché lo fece?
Ci sono due risposte precise che contengono dei nomi e una motivazione specifica. Precisiamo, per completezza e per dovere d’informazione, che ci sono anche teorie di cospirazione che tralasceremo. Il principale imputato nella vicenda fu Timothy McVeigh, veterano della guerra del Golfo, coadiuvato dalla coniuge Terry Nichols. Un’altra coppia, Michael e Lori Fortier, aiutarono nella pianificazione della strage ma, collaborando con le autorità competenti, ottennero in cambio solo una lieve pena, cosa che non si può dire per i due principali imputati, sui quali torneremo.

Arriviamo ora alla seconda domanda, quella più straziante: quale motivazione può portare a compiere un così estremo gesto? Iniziamo col dire che McVeigh, dopo il ritorno dalla Guerra del Golfo, divenne un convinto osteggiatore del governo federale. Provò infatti ad accedere alle forze speciali ma venne rifiutato. Il suo odio antigovernativo cresceva a dismisura fino a debordare in atti come quello che vi stiamo raccontando. L’attentatore leggeva e citava spesso inoltre The Turner Diaries, un libro Neonaz1sta e suprematista bianco.
Nelle sue stesse parole inoltre il gesto fu compiuto per vendicare due atti gravi del Governo federale degli USA. Il massacro dei nativi americani a Wounded Knee e per i due assedi, quello di Waco e quello di Ruby Ridge. Erano questi, secondo McVeigh, gravi sintomi di una deriva assolutista degli States e lui agiva come salvatore. O almeno questo era quello che pensava.

La mattina del 19 aprile 1995 lo stesso McVeigh guidò il camion contenente quasi 3.000 kg di esplosivi combinati. Alle 9:00 lo lasciò di fronte al Murrah Building e scappò via con un auto, lanciando le chiavi del camion Ford F-700 nei paraggi della strage.
Due minuti passarono, solo due e, con un’esplosione avvertita fino a 89 km di distanza si consumò il più sanguinario attentato della storia americana prima dell’11 settembre 2001.
Timothy, dopo lunghi processi, andò incontro alla pena massima: giustiziato tramite iniezione letale l’11 giugno del 2001. La compagna e aiutante dell’antagonista nella nostra storia otterrà invece l’ergastolo. Una strano vincolo d’amore per una coppia che gli States difficilmente dimenticheranno.




