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Foto del giorno: Charles Hatfield, l’uomo che creava la pioggia

Fotografia di anonimo, USA, 1922. Charles Hatfield intento a mescolare la sua miscela segreta che, a suo dire, serviva per creare la pioggia. Perché Hatfield era un rainmaker, un creatore di pioggia. Anche se la sua carriera era iniziata come venditore di macchine da cucire. Procediamo con ordine…

L’attività di rainmaker di Charles Hatfield

charles hatfield foto del giorno
Crediti foto: @Public domain, Wikimedia Commons

Charles Hatfield nacque il 15 luglio 1875 a Fort Scott, in Kansas. Il padre era uno speculatore immobiliare. Decise di trasferirsi con la famiglia nel 1886, andando prima a San Diego e poi a Bonsall, dove costruì una casa in un ranch. Da giovane decise di studiare la pluvicoltura: il suo sogno era quello di produrre la pioggia. L’idea gli era venuta vedendo come un bollitore bollente attirava il vapore acqueo che saliva da una pentola posizionata sulla stufa della madre.

Nel 1902 così creò una miscela super segreta formata da 23 sostanze chimiche, mescolandole in grandi serbatoi di evaporazione zincati. Secondo lui, questi serbatoi attiravano la pioggia. Per questo motivo lui stesso si definiva un “acceleratore di umidità”. Nella foto lo vediamo intento a miscelare la sua formula, prendendo un po’ di questo e un po’ di quello da flaconi contenenti sostanze non ben identificate, con tanto di bilancino di precisione in primo piano.

Nel 1904 si trasferì a Glendale, in California. Il promoter Fred Binney pubblicizzò il suo lavoro. Alcuni allevatori di Los Angeles, dopo aver visto gli annunci sui giornali, diedero a Hatfield 50 dollari per fargli produrre la pioggia.

pioggia

Così Hatfield, insieme al fratello Paul, costruì una torre evaporativa a La Crescentia. Qui Hatfield rilasciò la sua miscela nell’aria. E la pioggia arrivò, con grande soddisfazione di Hatfield e dei suoi sostenitori, che pensarono di aver creato la pioggia e degli allevatori, i quali gli diedero 100 dollari. Peccato solo che l’ufficio meteorologico fece notare che Hatfield si era preso un merito non proprio: quella pioggia non era frutto del rainmaker, bensì era parte di una tempesta che stava arrivando per i fatti suoi.

Ma i sostenitori di Hatfield decisero di ignorare il tutto e l’uomo iniziò a ottenere sempre più offerte di lavoro. Per esempio, promise a Los Angeles 46 cm di pioggia e costruendo una torre sul terreno del sanatorio Esperanza di Altadena, apparentemente riuscì nell’intendo.

Meno bene gli andò con la richiesta di pioggia del 1906 da parte delle miniere dei giacimenti d’oro del Klondike. Gli avrebbero pagato 10.000 dollari per far piovere, ma dopo svariati tentativi a vuoto, Hatfield dovette rinunciare, incassando solamente i soldi per le spese sostenute. Ma i suoi sostenitori continuarono a osannarlo.

Nel 1915 San Diego chiese a Hatfield di far piovere in modo da riempire il bacino della diga di Morena. Hatfield offrì un singolare accordo: avrebbe prodotto acqua piovana gratuitamente. Poi si sarebbe fatto pagare 1.000 dollari a pollice fra i 40 e i 50 pollici. Superati i 50 pollici, l’acqua sarebbe stata gratuita.

San Diego, però, decise di dargli 10.000 dollari, ma solo se fosse riuscito a riempire il bacino. Pare che le parti non si misero mai d’accordo per iscritto, ma solo verbalmente. Questa volta Hatfield, sempre insieme a Paul, costruì una torre vicino al Lago Morena.

Effettivamente nel 1916, a gennaio, ecco che iniziò a piovere. E continuò a piovere, sempre di più, fino a quando i letti dei fiumi asciutti non si allagarono. Si scatenarono inondazioni che distrussero ponti e infrastrutture. Cavi telefonici saltarono, i treni si bloccarono e case e fattorie si allagarono.

La diga di Sweetwater e quella sul lago Lower Otay strariparono. La pioggia finì solamente il 20 gennaio, salvo poi riprendere due giorni dopo. A fine gennaio la seconda diga crollò, peggiorando l’inondazione.

Hatfield spiegò che i danni non erano colpa sua e che, anzi, aveva adempiuto alla sua parte dell’accordo. In effetti il bacino era pieno. Tuttavia San Diego si rifiutò di pagare, a meno che Hatfield non dichiarasse di essere il responsabile dei danni. Ma nessuna delle due parti voleva cedere, anche perché stavano arrivando tantissime richieste di risarcimento.

previsioni meteo

Visto che non c’era un contratto scritto, ecco che si finì in tribunale. Il processo si concluse solamente nel 1938 quando i giudici sentenziarono che la pioggia era un atto di Dio. Che tradotto voleva dire: Hatfield non era colpevole, ma non doveva neanche ricevere alcun compenso. La fama di Hatfield continuò ad aumentare, il che voleva dire nuovi contratti per la produzione di pioggia. C’era chi gli chiese di spegnere un incendio in una piantagione di banane e chi voleva che riempisse il lago Big Bear.

Ma la sua fortuna era destinata a durare poco. La Grande Depressione lo costrinse a tornare al suo vecchio lavoro di venditore di macchine da cucire. E la moglie chiese il divorzio, sostenendo che l’ex marito le aveva nascosto parte dei guadagni. Charles Hatfield morì poi il 12 gennaio 1958: il segreto della sua formula chimica scomparve con lui. Ma ancora adesso, c’è chi fa notare come i suoi “successi” derivassero soprattutto dalla sua abilità nel leggere il meteo, allo studio delle statistiche sulle precipitazioni e a al suo notevole senso del tempismo.