Storia Che Passione
Accadde oggi: 11 luglio

Accadde oggi: 11 luglio

Almanacco dell’11 luglio, anno 472: datosi alla macchia, l’imperatore romano Antemio cerca rifugio nella Basilica di San Pietro in Vaticano, ma viene riconosciuto, catturato, giudicato traditore e condannato alla decapitazione. Muore così l’Augusto che cinque anni prima l’omologo d’Oriente, Leone I, aveva incaricato di restaurare l’autorità di Roma sulle province perse di Gallia e Africa, rispettivamente occupate da Visigoti e Vandali.

Accadde oggi: 11 luglio

La morte di Antemio, avvenuta l’11 luglio 472, è un episodio emblematico delle complesse e tragiche dinamiche che caratterizzarono la fase terminale dell’Impero romano d’Occidente. La sua figura, equiparabile a quella di un imperatore colto, legato all’aristocrazia orientale e difensore della legittimità imperiale, si scontrò fatalmente con l’ambizione e la potenza di Ricimero, vero dominatore militare dell’Occidente in quel secondo frangente di V secolo.

Antemio Procopio (420-472) vantava certamente origini patrizie. In lui scorreva il sangue di importanti prefetti e consoli tardo imperiali, vedasi Flavio Filippo e Flavio Antemio. Suo padre, anche lui di nome Procopio, fu magister militum e a sua volta discendeva da Costantino il Grande. Sposando Elia Marcia Eufemia, figlia dell’imperatore Marciano, Antemio varcò le porte del pantheon politico romano. Questo evento, legato a nomine di assoluto prestigio (elevato a comes sulla frontiera danubiana; patricius a Costantinopoli; supremo generale d’Oriente; console nel 455 assieme a Valentiniano III), fa credere a molti storici come Antemio, nelle idee di Marciano, dovesse divenire Augusto – d’Occidente o d’Oriente non è ben chiaro – prima del tempo.

11 luglio imperatore Antemio

Per una serie di motivazioni che non è necessario ripercorrere in questa sede, ciò non si concretizzò fino al 467. In quell’anno il già citato Leone I il Trace decise di dotare l’Occidente di un imperatore. Il trono era vacante oramai da due anni, ovvero da quando era venuto a mancare Libio Severo. La pars occidentis era però l’ombra del grande impero che fu. Ad ovest si doveva fare i conti con innumerevoli problematiche, a partire dai territori perduti. La provincia d’Africa era caduta sotto le sferzate vandale di Genserico; la Gallia al contempo era divenuta terra visigota.

Oltre a quella economica, gravissima risultava essere la condizione militare dell’Occidente romano. L’esercito versava in una crisi ormai cronica. L’autorità imperiale appariva sempre più marginale rispetto al potere esercitato dai comandanti militari di origine barbarica. Tra questi spiccava Ricimero, generale di origine sveva e gotica, che negli anni precedenti aveva già fatto e disfatto più imperatori. A Roma comandava lui e Antemio – così come Leone I – lo sapeva benissimo. Si provò a giocare la carta dell’alleanza matrimoniale: la figlia di Antemio andò in sposa al generale Ricimero. Vi anticipo che la mossa, per quanto obbligata, non servì a molto.

11 luglio Ricimero magister militum

Ricimero, pur avendo sposato la causa imperiale con Antemio, non tollerava l’autoritarismo dell’imperatore e il crescente influsso orientale nella corte di Ravenna. Di contro, Antemio diffidava profondamente del generale, che percepiva come una minaccia costante alla sua autorità. Il fallimento della grande spedizione navale del 468 contro i Vandali – uno dei maggiori disastri finanziari e militari della tarda antichità – non fece che esasperare le tensioni. Ne conseguì una separazione forzata tra i due, con Antemio che da Ravenna preparò la campagna militare contro i Visigoti in Gallia e Ricimero che mosse verso Milano in attesa di colpire l’Augusto d’Occidente nel momento più opportuno.

Nella primavera del 472, il magister militum Ricimero, ormai deciso a rimuovere Antemio, marciò su Roma con i suoi fedelissimi. Pose la città sotto assedio. Le forze leali ad Antemio tentarono una strenua difesa, ma la situazione si fece presto disperata. Dopo un paio di mesi di assedio, l’Urbe capitolò. L’imperatore Antemio, abbandonato dai suoi sostenitori e ormai sconfitto, cercò rifugio nella Basilica di San Pietro in Vaticano. Sperava probabilmente di salvarsi appellandosi all’autorità ecclesiastica, o forse confidava in un ripensamento da parte dei vincitori. Nulla di tutto questo accadde.

11 luglio basilica di San Pietro

Ricimero ordinò che fosse catturato ed eliminato. Secondo lo storico Giovanni di Antiochia, Antemio venne decapitato l’11 luglio 472, proprio all’interno del complesso vaticano, mentre tentava di nascondersi. Moriva così l’ennesimo imperatore occidentale travolto non da un’invasione straniera, ma dai giochi di potere interni e dall’azione di generali e capi militari che avevano ormai usurpato ogni tipo di autorità.