Questa volta spostiamoci nella zona di Khirbat Be’er Shema, in Israele: qui l’Autorità Israeliana per le Antichità ha svelato per la prima volta al pubblico un imponente mosaico romano risalente a 1.600 anni fa. Scoperto in realtà negli anni Novanta, nel corso del tempo il mosaico ha più volte rischiato di deteriorarsi. Ciò ha spinto l’IAA a trasferirlo all’interno del complesso del Consiglio di Merhavim, nel tentativo di preservarlo meglio.
Un ricco mosaico romano

Il mosaico romano in questione è noto come mosaico Be’er Shema (Birsama). Si compone di 55 medaglioni finemente decorati, i quali raffigurano diversi personaggi mitologici, animali, scene di caccia e anche scene di vita quotidiana.
Il sito in cui è stato trovato originariamente faceva parte di un grande monastero dedito alla produzione del vino. Con annessi, ovviamente, locali di stoccaggio e un grande torchio. Secondo gli esperti il mosaico risalirebbe a un periodo compreso fra il 324 e il 638 d.C., quando la zona era parte della Palaestina II, una provincia dell’Impero romano d’Oriente.
In teoria, come dicevamo prima, gli archeologi hanno scoperto il mosaico negli anni Novanta. Solo che avevano provveduto a riseppellire il sito per cercare di proteggerlo dall’erosione. Manovra vana, però, visto che il mosaico aveva iniziato a rovinarsi. Per questo motivo adesso le autorità lo hanno trasferito in un posto più sicuro.

Shaike Lender, co-direttore del recupero per conto dell’IAA, ha spiegato che il sito in cui si trovava il mosaico si trovava proprio sul percorso di un’antica via delle spezie nabatea-romana che attraversava il deserto. Anzi: era l’ultimo grande centro abitato lungo la strada che conduceva nelle zone desertiche.

Era un grande insediamento che serviva sia ai viaggiatori per riposarsi al sicuro, sia per proteggersi dagli attacchi dei predoni delle tribù beduine locali. Adesso il mosaico, dopo 1.600 anni, può essere nuovamente ammirato da tutti visto è stato finalmente svelato al pubblico.