Storia Che Passione
Foto del giorno: Wing Walking

Foto del giorno: Wing Walking

Fotografia di anonimo, sui cieli di Los Angeles, California, USA, 1925 circa. Gli acrobati Ivan Unger e Gladys Roy giocano a tennis sulle ali di un biplano in volo. Non si tratta di semplici acrobati, né di completi sprovveduti, bensì di wing walkers (che in italiano non suona proprio benissimo, in quanto “camminatori alari”). Furono i primi anni ’20 a veder sorgere la moda, tanto folle quanto intrattenente, del Wing Walking. Moda spericolata che nacque, si sviluppò – anche con risvolti cinematografici – e morì nell’arco di un ventennio. Grazie a questa incredibile fotografia, scattata sui sfavillanti cieli californiani, abbiamo il pretesto per raccontarvi una storia stranamente poco nota, eppure così elettrizzante.

Foto del giorno: Wing Walking

La storia del Wing Walking ha un inizio ufficiale ed uno ufficioso. Stando a quest’ultimo, il capostipite dei wing walkers fu lo showman Samuel Franklin Cody, o meglio, i suoi figliocci. Nel 1911 il colonnello Cody sorvolò Laffan’s Plain, in Gran Bretagna, permettendo alla sua prole di salire sulle ali del modesto biplano per qualche minuto. Ancora nel 1913 un asso francese bloccò i comandi del suo Nieuport-Dunne e, a mezz’aria, decise di farsi una passeggiata fra un’ala e l’altra del velivolo. Ma se volessimo individuare la vera genesi del fenomeno, allora dovremmo scomodare l’americano Ormer Locklear.

Locklear definì i canoni della disciplina, le sue regole, i suoi più ovvi rischi. Provocatoria era la massima da lui orgogliosamente pronunciata per la quale “ogni acrobata aereo che si rispetti vuole lucrare sulla prospettiva del pubblico; esso non desidera null’altro se non l’incidente fatale”. Sì, Locklear era un tipo alquanto strano. E sì, morì precipitando a bordo di un velivolo fuori controllo.

Wing Walking acrobazie

In tanti seguirono con animo spericolato il solco tracciato dallo statunitense. Ad esempio i due protagonisti della nostra fotografia, i già citati Ivan Unger e Gladys Roy. Fu soprattutto Miss Roy a stupire i coevi, esibendosi con estrema naturalezza tanto in Minnesota quanto ad ovest, nella soleggiata California. Era solita giocare a tennis sulle ali di un biplano nel bel mezzo del volo, oppure camminare bendata fra un estremo e l’altro degli alettoni.

Nel maggio del 1926 affermò ad un giornalista del Los Angeles Times: «Ultimamente la folla sta iniziando a stancarsi anche delle mie acrobazie più complesse. Perciò devo necessariamente inventarne di nuove, cioè, voglio mantenere la mia reputazione di temeraria. Alla fine accadrà un incidente…». Si spense un anno dopo, per una banale, banalissima fatalità. Urtò con l’elica in funzione l’ala di un aereo spento; le schegge fecero il resto. Il tutto mentre posava per un servizio fotografico. Avrebbe dovuto compiere di lì a poche settimane la traversata atlantica New York-Roma.

Wing Walking biplano

Di Gladys Roy ci restano molte fotografie, testimonianti la sua innata propensione allo spettacolo, non scevro da insidie, l’avrete capito insomma. Quando negli Stati Uniti degli anni ’30 si iniziò a regolamentare il Wing Walking, la “moda” marciò verso il suo inesorabile declino. Dagli anni ’40 nessun acrobata poté esibirsi sotto i 450 metri di altezza – anche se munito di paracadute. Il pubblico pagante, non potendo vedere un bel niente oltre quell’altezza, smise di seguire gli spettacoli. Fu la morte ufficiale (nonché ufficiosa) del primissimo, spericolatissimo, temerario Wing Walking.