Almanacco del 20 maggio, anno 1999: Massimo D’Antona viene ucciso brutalmente dalle Nuove Brigate Rosse. Il professore e consulente del Ministero del Lavoro rimane vittima di uno degli innumerevoli omicidi politici del nostro paese. Obiettivo manifesto e rivendicato era: “lo sviluppo della guerra di classe di lunga durata, per la conquista del potere politico e l’instaurazione della dittatura del proletariato“. Sempre la stessa solfa degli anni precedenti. Vediamo insieme qualcosa in più sull’accaduto.

Come ogni mattina, intorno alle 8.00 Massimo D’Antona usciva di casa per recarsi a lavoro. Quel 20 maggio però il consulente del Ministero non ci arriverà mai al suo studio, morirà prima. All’incrocio tra Via Salaria e Via Adda, dalle 5,30 del mattino, qualcuno lo aspettava già, e non aveva buone intenzioni. Erano Mario Galesi e Nadia Desdemona Lioce, esponenti delle Nuove Brigate Rosse.
Erano circa le 8,13 di mattina e, dietro un cartellone pubblicitario, i due killer raggiunsero il professore, nascosti dalla strada. Un testimone oculare che si trovava sullo stesso marciapiede riferirà di “una pistola lunga” e di un uomo che “continuò a sparare mentre l’altro era già a terra“. La brutalità della scena la lasciamo alla vostra immaginazione. I fatti e le testimonianze dei pentiti dicono che l’uomo con l’arma era il succitato Mario Galesi e che sparò tutti e 9 i colpi della sua 9X19.

Oltre alla violenza, anche una lunga preparazione. Come sopra riportato, i due stavano in zona già dalle 5,30 di mattina, con baffi finti, contenitore per le urine e la borsa di armi. Il loro furgone Nissan bianco era in compagnia di due scooter, anche questi preparati appositamente per la fuga. Inoltre altri uomini erano pronti con le loro biciclette per le staffette di copertura dell’azione che purtroppo avvenne con successo.
Mario Galesi si allontana subito dopo l’omicidio, con freddezza inaudita. Nella vicina Via Basento, con uno scooter di bassa cilindrata, si dà alla fuga. La donna va a piedi verso Via Salaria dove incontrerà un secondo testimone oculare che la descriverà come di seguito: “i capelli corti e lisci, castano scuri, attaccati al volto e pettinati con la riga in mezzo, occhi grandi, piuttosto scuri e faccia grassottella“.

Un percorso leggermente diverso compirà Massimo D’Antona, trasportato d’urgenza dai soccorsi al Policlinico Umberto I. Per lui, chiaramente, non ci sarà granché da fare. Alle 9,30 il medico legale ne dichiarerà ufficialmente la morte. L’ennesima morte politica frutto di estremismi che si credevano superati e di tempi passati, ma, a quanto pare, non troppo.