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Ghigliottina, santa crudele ascia del popolo

Ghigliottina, santa crudele ascia del popolo

Durante l’infuocare della Rivoluzione Francese si fece largo nelle piazze di Parigi e non solo, una macchina veloce quanto una folgore: la ghigliottina. Una fama abbietta per lo strumento che i giacobini amavano; un disgusto condiviso e nascosto dalla folla. La sua comparsa non avvenne nelle zone periferiche della Francia, ma simbolicamente nell’epicentro di quel terremoto che spazzò via l’antico regime.

Ghigliottina, santa crudele ascia del popolo

Prima ancora di essere pensata come simbolo di un’epoca e del potere la ghigliottina era lo strumento di cui si necessitava per accelerare la giustizia penale. Le carceri erano piene, finanche dopo la promulgazione di un decreto nel 1792 che prevedeva l’impiego della macchina per la pena capitale.

Ogni uomo o donna poteva essere accusato e ritenuto colpevole, tutti erano potenziali sospetti. Infatti dopo aver passato sotto le lame aristocratici, ufficiali lealisti e i controrivoluzionari, i bersagli divennero gli stessi ideatori della Rivoluzione. Una parola di biasimo contro una certa decisone; l’intiepidirsi del precedente vigore per la lotta e si finiva di fronte al tribunale rivoluzionario. Un tribunale che non prevedeva alcun collegio difensivo e dove il dubbio assurgeva a prova di colpevolezza.

ghigliottina, esecuzione Luigi XVI

L’uso dell’ascia del popolo era quindi diventato politico e l’impiego crebbe a dismisura. Lo zelante accusatore Fouquier-Tinville segnalava nel 1794 al Comitato di Salute Pubblica che le pene capitali erano diventate numerose a tal punto che la spada della giustizia non riusciva a far fronte a tutte.

Cosa scaturì dalla congestione delle carceri e dei tribunali? La necessità di apportare delle migliorie tecniche ad uno strumento inossidabile. Danton in persona chiese a Guillotin, ritiratosi dalla scena pubblica, di rimetter mano al progetto per inserire più lame. Significava più esecuzioni in contemporanea, per agire come decongestionante. Pur sempre un rimedio per aiutare la Repubblica, no?

Si notificano esperimenti cui esiti spinsero infine ad abbandonare il progetto, non tanto per un’inefficienza meccanica quanto per una rivelazione politico-filosofica. Ancora una volta centrale è il tema della folla e dell’individualità. Le esecuzioni pubbliche sono il modo di ricostituire l’equilibrio a seguito di una rottura, di reinserire l’uomo reo nel grande conglomerato sociale. Perché ve n’è bisogno? Durante il Settecento il crimine separava l’individuo dalla folla, il reo si autoescludeva dalla comunità contro cui opponeva la sua particolare azione o volontà.

ghigliottina, rivoluzione francese

Ora dato che la condanna proveniva da un tribunale che incarnava il volere del popolo, il condannato avrebbe dovuto salire da solo sul patibolo. La sua singolarità sarebbe stata annullata nell’atto dell’essere inghiottito dalla folla per mezzo della ghigliottina. Questo era l’atto rivoluzionario ricercato. Insomma la giustizia di antico regime non è sempre facile da leggere e comprendere soprattutto per chi porta gli occhiali del diritto odierno.