Almanacco del 28 aprile, anno 1952: finisce l’occupazione militare del Giappone da parte degli Stati Uniti. Durata per ben 7 anni, l’occupazione rappresentò per il Paese del Sol levante un periodo latore di grandi cambiamenti, culturali, sociali ed economici. Ci fu addirittura una nuova costituzione, imposta dall’esterno con la forza.

Il 14 agosto del 1945, a pochi giorni dalle due bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki, il Giappone accetta la Dichiarazione di Potsdam. Il giorno seguente arriva anche la resa incondizionata di Hiroito, l’imperatore che avrebbe mutato definitivamente la sua essenza divina in una più umana. Quella volta fu infatti la prima in cui i giapponesi udirono la sua voce alla radio, prima si pensava agli imperatori come divinità scese in terra, degne e meritevoli di vivere un gradino sopra l’uomo.
Il vittorioso generale MacArthur fu padre e padrone di quel periodo, arrivando a Tokyo il 30 agosto del 1945 ed emanando già alcune leggi. Onde evitare problemi, vietò subito ai soldati americani di porre sotto attacco gente giapponese, di consumarne lo scarso cibo e di applicare comportamenti vessativi nei loro confronti. Per anni, nonostante la presenza americana, milioni di giapponesi rischiarono di morire di fame. Il generale inoltre governò praticamente in autonomia, senza prestare orecchio a quella commissione alleata che avrebbe dovuto avere al suo fianco.

Iniziarono dunque gli aiuti, umanitari ed economici, che nel solo 1946 ammontarono a circa 92 milioni di dollari. Appena sistemata -molto approssimativamente – la questione alimentare, MacArthur incontrò Hiroito. Si trattò di un incontro epocale, di quelli che rimangono nella storia. L’imperatore, innanzitutto, non era in alta divisa da ricevimento, ma in abiti civili. La scelta fu quasi sicuramente imposta, chiaramente dallo Stato maggiore americano, per non porre in situazione di superiorità i nipponici.
Nella foto inoltre MacArthur è di statura nettamente superiore al nipponico Hiroito, mingherlino e molto più basso. Gli americani spinsero molto per la diffusione della stessa per dimostrare, anche simbolicamente, la loro superiorità. Nel discorso di capodanno dello stesso 1946, arriverà anche la Dichiarazione d’umanità dell’Imperatore, la Ningen-sengen. La figura imperiale, fino ad allora considerata guida spirituale e morale del popolo, quasi un’emanazione divina sulla terra, si dichiarava come semplice uomo. Era la fine di un’era.

Alla fine, dopo circa 7 anni di occupazione, ci fu un graduale processo di liberalizzazione della società, modifica del sistema di istruzione, disarmo e, come sopra menzionata, ci fu la stesura di una nuova costituzione, sulla scia di quella Meiji. Si trattò di un processo di fenomeni importanti condensati in poco tempo. Il 28 aprile del 1952 finì l’occupazione militare americana, ma i suoi segni si vedranno ancora a lungo.